Questa settimana due storie che testimoniano l'ottimo stato di salute di due grandi scuole: una è quella disneyana targata "Topolino", fiore all'occhiello del fumetto italiano, l'altra è quella giapponese di cui presentiamo un'opera seriale che lascerà il segno.
Vito Stabile (testi), Libero Ermetti (disegni) "Zio Paperone e la prova della scozzesità", in Topolino 3536.
Il numero attualmente in edicola di Topolino contiene almeno tre storie da non lasciarsi sfuggire. La prima è la quinta puntata di "Topolino e la via della storia", conclusione di una lunga avventura a base di macchina del tempo che consente ai lettori di esplorare con Topolino, Pippo e gli scienziati Zapotec e Marlin alcune storie sulla via Appia nel 109 d.C., proprio mentre l'Unesco sta valutando se considerare la strada tra Roma e Brindisi parte del patrimonio culturale dell'umanità. Quotidiano ha parlato diffusamente nei giorni scorsi sia del fumetto sceneggiato da Francesco Artibani e disegnato da Alessandro Perina, sia dell'iter dell'Unesco.
Il numero in edicola contiene anche il terzo episodio di "Operazione Zeus", un intricato giallo internazionale scritto da Marco Gervasio e disegnato da Emanuele Baccinelli, dove ricompare lo scienziato Zapotec (ma questa volta sono i cruciverba a costituire l'ingrediente misterioso dell'avventura).
Infine, in due puntate separate da un paio di pagine di pubblicità c'è una storia che riporta Paperone alle proprie origini scozzesi. Cercando di evitare i luoghi comuni sull'avarizia di quella popolazione britannica, Vito Stabile riporta Paperone in patria, perché intenzionato a riprendere e a intensificare i contatti dopo essere stato tacciato di trascuratezza da Alan McWallace, un miliardario che a riprova della propria intramontabile scozzesità non si è mai voluto trasferire a Paperopoli, e ci rimane solo lo stretto necessario per concludere i propri affari. Paperone, piccato dal rimprovero, vuole rigenerare il proprio interesse per la Scozia. Si rifà vivo perciò con la propria sorella, Matilda, che ha continuato a gestire il castello di famiglia, nei dintorni di Glasgow.
Atsushi Kaneko, "Evol", Planet Manga.
In un Giappone iperprotetto da due supereroi invincibili e presuntuosi, collusi con il governo e appartenenti a una casta familiare, si sviluppano le storie di tre antieroi, fragili e scombinati, con alle spalle pesanti esperienze personali. Sono tre adolescenti (un ragazzo e due ragazze) in cura presso una struttura psichiatrica; mentre tentano la fuga, scoprono di avere degli strani poteri: uno sa fare piccoli buchi nelle pareti, un'altra riesce a produrre abbastanza fiamme per incendiare una stanza, l'ultima sa volare ma solo a cinque centimetri di altezza. I tre improbabili eroi, ancora alla ricerca di sé stessi, si danno a scorribande e danneggiamenti, ma prima o poi troveranno uno scopo nella vita.
"Evol" è l'ultima creazione di Atsushi Kaneko, mangaka attivo fin dagli anni '80, vincitore di numerosi premi sia in Oriente sia in Europa, artista solitario e anarcoide che realizza in autonomia tutte le proprie storie e soprattutto tutte le proprie tavole. Kaneko è un grande isolato nell'industria giapponese di fumetti: basti pensare che, sebbene il suo segno sia fortemente debitore nei confronti del linguaggio cinematografico, nessuno dei suoi manga è mai stato animato per la televisione o per il cinema. È un destino beffardo per un artista che da ragazzo avrebbe voluto fare cinema e che cita tra le sue principali influenze Stanley Kubrick, Luis Buñuel e Seijun Suzuki; ma la verità è che Kaneko continua a fare un suo cinema disegnato, non meno incisivo e immaginifico delle pellicole che sognava di dirigere.