La misura è colma ma restano ancora degli “spazi” da poter sfruttare e arredare al fine di far ripartire un settore nevralgico per l’economia della Capitale come quello della ristorazione. E così, in vista del 26 aprile, quando i locali potranno tornare a ospitare i clienti anche a cena - purché tassativamente all’aperto ed entro le 22 per non violare il coprifuoco - il Campidoglio sta studiando un piano per permettere di sfruttare ancora più suolo. Le associazioni di categoria lo hanno chiesto e Palazzo Senatorio non si è girato dall’altra parte. «L’assessore al Commercio Andrea Coia - spiega Claudio Pica, presidente della Fiepet Confesercenti - ha accolto le nostre richieste e ora aspettiamo solo di poter partire».
LE IPOTESI
Il Campidoglio sta ragionando su una doppia possibilità: quella di istituire delle isole pedonali dentro ai Rioni del centro storico, al fine di permettere agli esercenti di poter sfruttare anche la porzione di strada oggi riservata al traffico, e usare il suolo (oggi pressoché negato) su strade ad alta percorribilità, limitando la velocità per gli automobilisti. «Monti o Trastevere ad esempio - prosegue Pica - potrebbero vedere diverse strade trasformarsi in isole pedonali senza incrinare troppo la viabilità considerato che sono quartieri circondati da altri accessi e collegamenti».
Ma l’idea è quella di permettere l’allestimento di dehors o pedane in alcuni tratti riservati alle strisce blu limitando anche la velocità dei veicoli imponendo (temporaneamente) i 30 chilometri orari. «Il Comune già dallo scorso anno - prosegue Sergio Paolantoni, numero uno della Fipe Confcommercio - è stato in grado di sostenere molte attività elargendo spazi esterni, ora con le misure varate dal governo serve riuscire a trovare più spazio perché per i prossimi mesi l’attività di ristorazione sarà consentita solo all’aperto ma ci sono tanti ristoranti che non hanno potuto chiedere suolo pubblico e che dunque rischiano di non lavorare».
I NUMERI
Dai conti elaborati dalle associazioni di categoria «almeno il 40% delle attività romane - conclude Paolantoni - potrebbe non ripartire subito proprio perché non possono sfruttare gli spazi interni e non hanno spazio fuori. Questi creerebbe delle spaccature profonde». In via Capo d’Africa Abi, titolare di un ristorante spiega: «Non abbiamo spazio fuori, il locale è piccolo e senza la possibilità di sfruttare gli esterni per noi sarà un problema». Come lui tanti altri ristoratori che sperano ora di avere, anche se a “tempo”, porzioni maggiori di suolo. L’idea non piace ai residenti che già lanciano l’allarme sulle difficoltà nel trovare parcheggio. L’ultima parola però spetta all’assessorato alla Mobilità che dovrà valutare e decidere se rendere possibili queste misure transitorie pensate per aiutare il comparto.