Xylella, la denuncia di Coldiretti Puglia: «Solo il 4% rigenerato con specie resistenti»

Xylella, la denuncia di Coldiretti Puglia: «Solo il 4% rigenerato con specie resistenti»
di Maria Claudia MINERVA
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Mercoledì 3 Novembre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 15:29

Per far rinascere il Salento divorato dalla xylella fastidiosa, che in poco più di otto anni ha fatto morire oltre 21 milioni di piante, si punta sulla rigenerazione del territorio, ma ad oggi solo il 4% degli ettari olivetati sono stati reimpiantati con ulivi di specie resistenti. La denuncia di Coldiretti Puglia è arrivata nel corso dell’incontro dei quadri dirigenti dell’associazione dei coltivatori con il sottosegretario alle Politiche agricole, Francesco Battistoni. «La xylella ha provocato effetti più disastrosi di un terremoto con ripercussioni drammatiche di natura produttiva, ambientale, economica, lavorativa, con esigenze di contenimento, ricostruzione, sostegno che vanno affrontate in maniera strategica, univoca e di sistema tra Governo e Regione Puglia, rendendo i procedimenti fluidi e fruibili» ha detto il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia, che ha poi snocciolato alcuni dati molto significativi: 386mila gli ulivi delle specie resistenti impiantati in Salento con 3400 ettari interessati dalla rigenerazione. 

I dati di Coldiretti

«Numeri troppo bassi che impongono una visione condivisa per accelerare la ricostruzione e superare gli ostacoli burocratici e i vincoli paesaggistici per ridare il futuro alla più grande fabbrica green del Sud Italia - ha incalzato Coldiretti regionale -. Risultano alla cabina di regia dell’Osservatorio fitosanitario regionale 160.000 piante e 1220 ettari reimpiantati con la varietà Leccino e 2170 ettari e 226.000 piante di ulivo “FS-17” (anche nota come favolosa) piantumate a seguito di espianto, contro gli oltre 90mila ettari di superficie olivetata che sono stati intaccati in provincia di Lecce dalla xylella». Da anni ormai Coldiretti ribadisce quanto la liberalizzazione dei reimpianti con l’adeguata diversificazione colturale sia «un passaggio fondamentale per una ricostruzione efficace dal punto di vista economico e paesaggistico, puntando oltre che sulle due varietà resistenti di ulivo, sempre con il supporto della scienza, su altre varietà tipicamente mediterranee. Nelle aree a vincolo paesaggistico serve la deroga del Ministero dei Beni Culturali per poter espiantare gli ulivi e reimpiantare altre specie arboree e vegetali per non condannare nuovamente il Salento ad una monocultura», ha incalzato il direttore regionale Pietro Piccioni.
A distanza di 20 mesi dalla pubblicazione del decreto interministeriale noto come “Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia” che vale 300 milioni di euro, risultano ancora da fermi a Roma 134 milioni di euro sul totale delle risorse stanziate – ha ricordato l’organizzaizone agricola - mentre sono rimasti inattuati gli interventi che avrebbero consentito agli agricoltori di ricominciare a lavorare e a produrre dopo la grave crisi causata dalla xylella, con l’inutilizzo delle risorse per il contrasto al vettore da destinare agli enti pubblici, la rimozione degli ulivi secchi, la ricerca, la diversificazione produttiva, oltre alla necessaria rimodulazione delle risorse sugli interventi che non hanno assorbito adeguatamente le somme destinate.

L'impegno del sottosegretario

Dal sottosegretario è arrivata la promessa di un tavolo ministeriale monotematico sulla fitopatia per la prossima settimana. «Il ministero non ha mai convocato il tavolo di coordinamento per l’emergenza xylella e quindi il mio impegno oggi, in pieno accordo con il ministro, è quello di convocarlo per la prossima settimana, in modo da fare il punto della situazione - ha ribadito Battistoni nell’incontro con Coldiretti -, vedere insieme come stanno le cose, confrontando lo stato dell’arte fra Regione e ministero, in modo che insieme, al di là dei colori politici, possiamo dare risposte concrete a questo territorio e agli operatori di settore». 

L'attività di monitoraggio

Nel frattempo, la Regione Puglia e l’Osservatorio fitosanitario lavorano rafforzando l’attività di monitoraggio perché non si replichi nella zona più a nord della Puglia lo stesso copione della provincia di Lecce, dove la batteriosi è ormai endemica. Nei giorni scorsi è stata ufficializzata la notizia di mille positivi nella Piana dei monumentali di Ostuni, che saranno al più presto abbattuti per frenare la propagazione del contagio. «Un sacrificio necessario - ha ribadito il direttore dell’Osservatorio fitosanitario regionale, Salvatore Infantino - ne abbattiamo mille ma salvandone due milioni, tanti sono infatti gli ulivi che si trovano nella Piana».

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