Voli, la sfida di Ita Airways: «Bari e Brindisi, grande potenziale. Grandi chance con il G7»

Voli, la sfida di Ita Airways: «Bari e Brindisi, grande potenziale. Grandi chance con il G7»
di Paola ANCORA
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Giovedì 29 Febbraio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 1 Marzo, 13:44

Quindici milioni di passeggeri nel 2023 e, all'orizzonte di questo 2024, l’apertura di sette nuovi scali tra aprile e l’autunno (Chicago, Toronto, Accra, Dakar, Riyadh, Kuwait City e Jeddah), 57 complessive di cui 16 in Italia, 26 in Europa e 15 intercontinentali. Emiliana Limosani, chief commercial officer di Ita Airways e Ceo del programma “Volare”, delinea le nuove sfide che la compagnia è pronta ad affrontare - in attesa del verdetto dell'Europa su una possibile fusione con la tedesca Lufthansa – e, in particolare, i progetti per la Puglia, uno dei territori «che seguiamo con particolare attenzione». 

Limosani, dopo alcuni mesi di tagli annunciati e dietrofront, di proteste e confronti, Ita ha scelto di riattivare il volo Brindisi-Milano del mattino che doveva essere soppresso a partire dall'1 aprile. Dobbiamo aspettarci altre “sorprese” o possiamo archiviare il problema?
«Direi che abbiamo sicuramente trovato una soluzione stabile, lavorando molto bene con Aeroporti di Puglia. Questo, del resto, è solo l'inizio: offriamo attualmente otto voli da Milano Linate su Bari, quattro voli da Roma Fiumicino su Bari a partire da aprile, tre voli da Linate su Brindisi e tre da Fiumicino su Brindisi, pronti a diventare quattro sempre da luglio a settembre.

Crediamo fortemente nel potenziale della Puglia, sia per il traffico outgoing che per l'incoming. A proposito di ciò, offriremo ai pugliesi la possibilità di raggiungere destinazioni a lungo raggio e internazionali grazie alle connessioni sul nostro hub di Roma Fiumicino e la rete di collegamenti da Milano Linate. C'è un grande potenziale di sviluppo, anche alla luce della proficua domanda da e per la Puglia in occasione del prossimo G7. Per questo ci riserviamo di valutare, nel corso della stagione e compatibilmente con la disponibilità di aeromobili, la possibilità di aggiungere altri voli in quel periodo, aumentando così la nostra capacità».

Per garantire una programmazione di voli e servizi stabile nel tempo, potenziando l'offerta negli aeroporti più piccoli della Puglia, il deputato di Forza Italia, Andrea Caroppo ha proposto l'inserimento del Salento fra le aree svantaggiate, come previsto da una legge del 2002 sulla cosiddetta “continuità territoriale”. Può funzionare?
«Si tratta di valutazioni strategiche che sono le istituzioni a dover fare. La nostra esperienza con altre Regioni – come il Friuli Venezia Giulia e la Sardegna – ci spinge a dire che si tratta di iniziative che portano benefici ai territori e danno a noi l'occasione di pianificare meglio le nostre attività. Qualora la proposta dovesse concretizzarsi, saremmo assolutamente a disposizione per valutare una nostra partecipazione alle gare previste dalla legge sulla continuità territoriale». 

Brindisi e Bari: raccontiamo spesso il punto di vista dei passeggeri. Ma quali sono, a vostro avviso, i punti deboli di questi due scali e cosa andrebbe fatto per migliorarli?
«Con Aeroporti di Puglia abbiamo sempre lavorato bene. E il feedback che riceviamo da clienti e agenzie di viaggio è che entrambi gli aeroporti sono molto efficienti, è stato fatto un grandissimo lavoro negli ultimi anni e i numeri lo confermano. Nel 2023, il load factor (rapporto fra passeggeri trasportati e posti offerti, ndr) medio dei nostri aerei da e per la Puglia è stato di circa il 76%, a fronte di un 73% degli altri voli nazionali. È un dato significativo: c'è del potenziale per crescere ancora».

Quali investimenti Ita pensa di fare in Puglia? 
«Sono pochissime le destinazioni italiane – e fra queste la Puglia - che hanno una così elevata frequenza di voli per Linate. Questo dimostra il nostro grande impegno nei confronti di questo bellissimo territorio. Oggi siamo fra Bari e Brindisi in occasione della Btm, la Fiera del turismo, con una delle otto tappe del nostro roadshow in cui incontriamo i tour operator e gli agenti di viaggio pugliesi. Anche questo dimostra l'interesse di Ita per il territorio. Poi c'è il programma Volare, che conta 1,8 milioni di iscritti nel mondo, 60mila dei quali sono in Puglia. Di questi, 2.500 fanno parte del club élite: intendiamo avviare una serie di iniziative per incentivare i passeggeri a iscriversi al nostro programma. Ancora. Ita copre diverse destinazioni a lungo raggio, come gli Stati Uniti, il Sud America, il Giappone. Lavorando con la Regione, l'Enit e le altre istituzioni del territorio, la promozione dalla Puglia in questi mercato di qualità permetterà di incrementare i flussi incoming». 

Alla fine dello scorso anno il territorio si è misurato con un'impennata dei prezzi dei voli. Alla luce dei cambiamenti – di costi e servizi – offerti dalle low cost, oggi più costose di un tempo, cosa dobbiamo aspettarci? 
«Ci stiamo lasciando alle spalle l'aumento del prezzo del carburante cui abbiamo assistito negli ultimi due anni e questo aiuta. Inoltre, dopo la pandemia, ci siamo ritrovati con una offerta troppo contenuta rispetto alla domanda e i prezzi sono inevitabilmente saliti. Nel 2023 Ita ha ampliato la sua offerta del 60% rispetto al 2022. Quest'anno, contiamo di aumentarla di un altro 37% rispetto al 2023. Dunque i prezzi saranno più contenuti rispetto a qualche mese fa. Naturalmente, il consiglio che diamo ai clienti e ai viaggiatori di tutto il mondo è sempre quello di prenotare con anticipo, sapendo che da parte nostra continueremo a garantire affidabilità, regolarità dei voli e un ricco ventaglio di servizi».

Aspettiamo la decisione europea sulla fusione di Ita con Lufthansa. Questa operazione potrebbe avere ripercussioni sulla stagione che sta per aprirsi? E quale vantaggio ritenete porterà al nostro Paese?
«La stagione è ormai blindata con una strategia commerciale ben chiara e definita. Dunque nessuna ripercussione. Poi, entrare in un grande gruppo sarebbe positivo per noi e per i clienti: permetterebbe di allargare il nostro network oltre le attuali 57 destinazioni. È un'opportunità di crescita».

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