«Il silenzio sugli ulivi dopo il flagello xylella: è il momento di urlare per reagire al brutto»

L'appello dell'ex presidente Cda Enel: "Cosa sarebbe successo se fossero morte le viti della Toscana o tutti gli abeti delle Alpi?"

«Il silenzio sugli ulivi dopo il flagello xylella: è il momento di urlare per reagire al brutto»
di ​Michele CRISOSTOMO*
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Sabato 26 Agosto 2023, 13:09 - Ultimo aggiornamento: 19:58

Caro direttore, dopo qualche giorno di vacanza a casa nel Salento torno a Milano, oltre che con il consueto rimpianto per un tempo sempre troppo breve, con un profondo senso di frustrazione per quello che ho visto nelle nostre campagne. Anche se spesso spettinate, le campagne, con gli ulivi fitti a catturare l’occhio, hanno sempre fatto da collante fra la costa di violenta bellezza e i centri storici che, anche con le loro imperfezioni, continuano a trasmettere il senso di un’autenticità non patinata. Ma cosa si vede oggi quando si distoglie lo sguardo dal mare o dai paesi? Cosa è rimasto dopo la devastante stagione della xylella? Un’altrettanto devastante stagione di carcasse di alberi rinsecchite, che lasciano scoperta una terra incolta, abbandonata, con le strade vicinali spesso sporche e impraticabili, con elettrodomestici abbandonati e focolai di incendi che, con il sole e il vento dell’estate, danno un senso di desolazione. Ma quello che più sconcerta è il silenzio.

Perché non si discute più di quello che la xylella ha lasciato, di come si possa rapidamente dare un futuro alle nostre campagne dopo una calamità di magnitudine inaudita? Cosa sarebbe successo se fossero morte le viti in Toscana, Piemonte o Friuli, anziché gli ulivi nel sud della Puglia? Cosa succederebbe se morissero tutti gli abeti della Alpi? Il paesaggio è intrinsecamente legato alle scelte sull’agricoltura e sull’energia, ed è da queste che occorre partire se si vuole restituire al turismo un fondamentale spazio di bellezza, che oggi non c’è più.

Sono fiducioso che le capacità ci siano, anche nella politica, e che si possano trovare strumenti amministrativi (nomina del commissario governativo e individuazione delle aree idonee per le fonti di energia rinnovabili: cosa si aspetta?) per definire una visione e coinvolgere i privati, a cominciare dai proprietari fino alle grandi imprese. 

Per favore, urliamo tutti, facciamolo, prima di assuefarci al brutto e trovare nella rassegnazione la risposta che taglia ogni speranza, come quei rami secchi che non nascondono più nulla.

*già presidente del Cda di Enel
 

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