Superiori, torna in aula uno studente su 10 «Ancora troppa paura»

Superiori, torna in aula uno studente su 10 «Ancora troppa paura»
di Maria Claudia MINERVA
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Domenica 25 Aprile 2021, 06:10 - Ultimo aggiornamento: 26 Aprile, 08:51

Gli studenti e le famiglie scelgono la didattica a distanza, almeno nelle superiori, dove solo uno studente su dieci ha deciso di tornare in classe.

La Ddi resta in vigore

La paura del contagio è ancora molto alta, motivo per cui in molti hanno preferito continuare con la Ddi (Didattica digitale integrata), modalità usata fino a questo momento e riconfermata dall'ultima ordinanza del governatore Michele Emiliano. Un provvedimento che resterà in vigore fino alla fine dell'anno scolastico, garantendo chi preferisce tenere i figli a casa, considerato il numero di contagi ancora allarmante.

Le percentuali sul rientro


Le percentuali sulle adesioni non sono ancora definitive, perché molti dirigenti scolastici hanno scelto di dare ai genitori più tempo per decidere, prolungando le adesioni fino a stasera o, al massimo, domani mattina. Così c'è chi, come la preside del liceo classico Palmieri di Lecce Loredana Di Cuonzo, parla di percentuali che oscillano tra il 20-25% di richieste per tornare tra i banchi «ma si tratta soprattutto di ragazzi che abitano in città e che vengono a scuola a piedi o, al massimo con il motorino, però alcune classi hanno deciso di restare tutte in Ddi, in altre, invece, metà classe sarà a casa e metà a scuola»; e chi, invece, Salvatore Giuliano, sottosegretario all'Istruzione nel primo governo Conte, e preside del Majorana di Brindisi - istituto che accoglie studenti anche di altre province -, snocciola dati minimi di adesioni in presenza, addirittura tra il 4 e il 5%. «Da noi il 96% delle famiglie ha scelto la didattica a distanza, questo significa che nel nostro istituto verranno in presenza solo 90 studenti - conferma il dirigente -. Sono ancora molto titubante e non so se il sistema trasporti reggerà, ci auguriamo il meglio». Rispetto, poi, alla possibilità di cambiare idea sulla scelta (passare dalla didattica a distanza a quella in presenza) l'ordinanza è chiara: non si può cambiare, a meno di motivi validi. E i presidi, da questo punto di vista, sono ben disposti a venire sempre incontro alle famiglie, ma ammoniscono: «Certo non siamo in pizzeria, quindi non si cambia a giorni alterni, i motivi devono essere validi».

Alle primarie il tasso è capovolto


Il preside dell'Istituto tecnico Deledda di Lecce, reggente anche del Comprensivo di Cursi, fa sapere che nel ciclo inferiore, cioè materna, elementare e media, «la percentuale di presenze è più alta, anche perché dopo Pasqua erano già ritornati in presenza gli alunni fino alla prima media. Cosa ben diversa è nel secondo ciclo, dove invece gli studenti, specie quelli che faranno la maturità, resteranno per la maggior parte a casa - sottolinea -. Io ho organizzato la frequenza al massimo al 50% con doppi turni dal primo al quarto superiore, mentre per le classi quinte ho predisposto un rientro al 100%, come da indicazioni ministeriale. Però so già che non supereremo il 20% di adesioni in presenza». Anche la professoressa Chiara Vantaggiato, preside dell'Istituto Salvemini di Alessano, frequentato da studenti di tutto il capo di Leuca, conferma percentuali bassissime di adesioni in presenza. «Orientativamente siamo intorno al 10% di adesioni per tornare in classe, il 90% rimarrà a casa con la Ddi, ma non abbiamo ancora finito di raccogliere i moduli delle famiglie. Capisco la paura delle famiglie, ci sono ancora troppi casi». In effetti, ieri a Mesagne proprio per l'alto numero di positivi, non solo tra gli studenti, sono state chiuse tutte le scuole.
Del resto, come riportato a margine dell'ultima ordinanza regionale, è vero che il virus circola di meno ma è altrettanto vero che c'è un aumento di casi tra i bambini dai 3 ai 13 anni. I dati della sorveglianza scolastica parlano di una riduzione del numero di contagi negli studenti presenti e nel personale scolastico, ma anche un aumento dei provvedimenti di quarantena. L'analisi per fascia di età nell'ultima settimana di monitoraggio evidenzia come la riduzione dell'incidenza non interessi le fasce di età 3-13 anni, nelle quali viceversa si assiste ad un incremento dei casi positivi (+17% 3-5 anni; +10% 6-10 anni; + 13% 11-13 anni). La fascia di età 11-13 anni è anche quella che presenta i valori di incidenza settimanali più elevati (262 casi per 100.000 persone). Sempre nella fascia 11-13 anni si riscontra la proporzione di primi test positivi più elevata (24%), seguita dalla fascia 14-18 anni (19%). Nell'ultima settimana di monitoraggio sono riportati dati da 2738 plessi sui 3215 totali: hanno frequentato in presenza mediamente 154.416 studenti, 48.011 in più rispetto alla settimana precedente. Sono stati segnalati 540 nuovi contagi tra gli studenti (-27 rispetto alla settimana precedente) e 154 nuovi contagi nel personale (-36).
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