Rsa, vaccino a 8mila ospiti. E ora la Regione punta a 42mila dosi settimanali

Rsa, vaccino a 8mila ospiti. E ora la Regione punta a 42mila dosi settimanali
di Vincenzo DAMIANI
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Giovedì 28 Gennaio 2021, 09:39

Circa 8mila anziani delle Rsa e Rssa pugliesi hanno aderito alla campagna di vaccinazione anti Covid rispetto ad una platea di 11mila persone. Dati del ministero della Salute che, però, non sono aggiornati e in linea con quelli regionali: «L'adesione da parte degli ospiti delle Residenze è stata molto buona assicura l'assessore alla Sanità, Pierluigi Lopalco non ho cifre precise perché le stiamo elaborando in queste ore, ma dalle Asl mi hanno comunicato una alta percentuale». Oltre, quindi, l'attuale 72%, che pure non è un risultato da ritenere negativo, considerando che la fase 1 non si è ancora conclusa e che «ha subìto un rallentamento negli ultimi 15 giorni per via del taglio del numero di dosi da parte di Pfizer», spiega ancora Lopalco.
In Puglia sono circa 14mila le persone immunizzate al Covid, tanti infatti sono coloro che hanno già ricevuto la seconda dose. A breve la Regione avvierà ufficialmente anche il programma della fase 2, ieri infatti è stato trasmesso il calendario delle consegne di febbraio dei vaccini: Pfizer ha garantito una distribuzione con cadenza settimanale, da metà febbraio dovrebbero arrivare circa 41-42mila dosi a settimana.

Complessivamente, a febbraio la Puglia dovrebbe ricevere circa 160mila dosi, «un numero sufficiente e che ci farebbe stare tranquilli», sottolinea Lopalco. Ma il calendario è sub iudice: «La casa farmaceutica dovrà confermare gli invii ogni settimana», aggiunge l'assessore. Quindi, non è da escludere l'ipotesi che possano esserci altri ritardi o tagli, anche se Pfizer assicura che non ci saranno ulteriori problemi nell'approvvigionamento.
Se tutto dovesse andare, quindi, secondo i piani, da metà febbraio, forse qualche giorno prima, potrebbe partire ufficialmente la fase 2 che coinvolgerà prioritariamente gli over 80enni. «I primi saranno loro spiega Lopalco ma se saremo messi nelle condizioni, in base al numero di vaccini a disposizione, in Puglia contemporaneamente ci sarà anche la somministrazione delle dosi al personale scolastico». Oltre ai centri commerciali e chiese, per la fase 2 della campagna vaccinale in Puglia potrebbero essere utilizzati anche i teatri e cinema. La soluzione è al vaglio della task force regionale e alcuni gestori di politeama hanno già dato la loro disponibilità.
Resta aperto un altro fronte, quello dei furbetti del vaccino: persone che non rientravano nelle categorie prioritarie individuate dal ministero della Salute ma che sono state vaccinate ugualmente. In Salento sono stati denunciati circa cento casi, una quarantina nel Brindisino, altre segnalazioni sono state fatte nella Bat e in provincia di Bari. Il presidente della Regione, Michele Emiliano, attraverso la struttura di Servizio Ispettivo, ha incaricato gli ispettori del Nucleo ispettivo regionale sanitario, per «la verifica dei corretti adempimenti nella somministrazione dei vaccini contro il Covid-19 e la verifica di eventuali irregolarità nella gestione delle liste». L'attività del Nirs nelle Asl pugliesi sarà in ausilio e non si sostituirà a quella dei carabinieri del Nas e delle Procure. La Procura di Bari ha aperto un fascicolo conoscitivo, senza indagati e ipotesi di reato, delegando ai carabinieri del Nas l'acquisizione dei documenti, in particolare le liste dei vaccinati delle Asl per verificare se siano state somministrate dosi a persone che non ne avevano diritto nella fase 1. «Si tratta di reato grave, è peculato, cioè appropriazione indebita di cosa pubblica. E se non sbaglio è punito da 3 a 10 anni di reclusione, si va in galera se qualcuno non lo avesse capito», ha tuonato Emiliano due giorni fa. Al momento né la Procura di Bari né quella di Trani hanno ricevuto denunce su episodi specifici, si attendono riscontri dall'attività investigativa. Anche la Regione si è attivata con i suoi ispettori e, se saranno riscontrate anomalie, invierà gli atti alla magistratura. A segnalare presunti episodi a Brindisi è stato il presidente dell'Ordine dei medici che ha puntato il dito contro la vaccinazione di alcuni colleghi in pensione e le loro mogli. Nella Asl Bat sarebbero stati invece vaccinati alcuni insegnanti e un appartenente alle forze dell'ordine. Però occorrerà verificare se si tratta di persone che hanno contatti con ospedali, in quel caso sarebbero giustificate le somministrazioni: l'appartenente alle forze dell'ordine, ad esempio, sarebbe impiegato in un ospedale da campo Covid.
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