Furbetti del reddito, arriva la stretta: nuovi controlli da parte dell'Inps

Furbetti del reddito, arriva la stretta: nuovi controlli da parte dell'Inps
di Paola COLACI
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Sabato 6 Febbraio 2021, 08:59

Controlli incrociati dei dati patrimoniali e riflettori puntati sull'Isee. Ma al setaccio saranno passati case, immobili, dati catastali, registri automobilistici. E persino i casellari giudiziari per riscontrare eventuali condanne penali o precedenti e pendenze con la giustizia. I furbetti del Reddito di Cittadinanza sono avvisati: attraverso nuovi metodo di verifica che coinvolgeranno contemporaneamente pubblica amministrazione ed enti locali, sfuggire ai nuovi controlli a tappeto dell'Inps sarà molto più difficile.


Anche grazie al consenso del Garante della privacy a cui lo stesso ente di previdenza nei mesi passati aveva chiesto collaborazione sul fronte delle verifiche, infatti, i controlli incrociati permetteranno di stanare e sanzionare quanti in sede di richiesta della misura di sostegno al reddito hanno dichiarato il falso. Furbetti che dovranno dire addio per sempre all'assegno sociale. Ma ora nella stretta dei controlli a raffica sui beneficiari del Reddito - circa 3 milioni in tutta Italia e oltre 290mila in Puglia - potrebbero incappare anche quei percettori che, seppure in buona fede, hanno omesso alcune informazioni, presentato documentazione incompleta o non hanno aggiornato i dati relativi allo stato patrimoniale.


Nel dettaglio, se l'Agenzia delle Entrate avrà cura di comunicare all'Inps tutti i dati relativi al patrimonio immobiliare al fine di accertare il numero di immobili dichiarati dal nucleo familiare al completo, Pra (Pubblico registro automobilistico) e Aci forniranno le informazioni relative ad auto e moto intestate ai percettori di redditto. Riflettori puntati anche su stati di famiglia e residenze attraverso gli uffici Anagrafe dei Comuni. E e sui componenti di quei nuclei di percettori che nei dieci anni precedenti abbiano avuto problemi con la giustizia. Attraverso una convenzione tra Inps e Ministero del Lavoro, ancora, sarà più facile scovare quanti siano già stati denunciati proprio per aver beneficiato di sussidi pubblici non spettanti. A ogni beneficiario, inoltre, la Guardia di Finanza assegnerà un indice di rischio, stabilendo successivamente la cronologia degli interventi da condurre per scovare le irregolarità.

Ma all'elenco di percettori segnalati dall'Inps, andranno ad aggiungersi anche quei percettori individuati nel corso di indagini che inizialmente non riguardano il reddito di cittadinanza. Un sistema capillare di confronto tra banche dati e controlli sul campo, dunque, che nelle scorse settimane sembra aver dato i primi frutti. Sono già quasi 50mila, infatti, i percettori di card sociale stanati in tutta Italia, i quali si sono visti revocare il sussidio proprio a causa di incongruenze e irregolarità.


Addio per sempre al reddito, ma anche denunce penali e obbligo di restituzione delle somme indebitamente percepite, anche per i furbetti pugliesi. Ultimo in ordine di tempo, un imprenditore di Minervino di Lecce che da ottobre a dicembre avrebbe percepito il reddito di cittadinanza senza averne i requisiti: 900 euro al mese per un totale di 2.700 euro che ora dovrà restituire. Risultava, però, titolare di tre partite iva relative ad altrettante ditte: una agricola e due edili. A insospettire i carabinieri del Nucleo ispettorato lavoro, la richiesta inoltrata dall'imprenditore di emersione per ben 18 cittadini extracomunitari, versando 500 euro per ciascuno di loro, per un totale di 9mila euro, ed impegnandosi ad assumerli tutti. Ma già lo scorso novembre a Foggia la guardia di finanza aveva individuato altri 30 soggetti che ricevevano regolarmente il sussidio, pur essendo in carcere o avendo all'interno del nucleo familiari detenuti. E tre di loro avevano presentato domanda addirittura dal carcere, mentre altri 12 avevano dimenticato di comunicato all'Inps un dettaglio: quello di essere finiti in stato di detenzione. Tra i detenuti scoperti dai finanzieri, infine, anche alcuni soggetti finiti dietro le sbarre per associazione a delinquere di stampo mafioso. Totale delle somme indebitamente percepite? 200 mila euro da restituire all'Istituto di previdenza sociale.

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