Da Gallipoli ad Alberobello, affitti in nero per i turisti quattro volte su dieci. Ma è pronto il software per beccare i furbetti

Da Gallipoli ad Alberobello, affitti in nero per i turisti quattro volte su dieci. Ma è pronto il software per beccare i furbetti
Da Gallipoli ad Alberobello, affitti in nero per i turisti quattro volte su dieci. Ma è pronto il software per beccare i furbetti
di Rita DE BERNART
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Lunedì 21 Agosto 2023, 07:39 - Ultimo aggiornamento: 15:16

Fronte comune contro l'abusivismo. Nell'estate in chiaroscuro sul fronte delle presenze turistiche in Puglia, arriva anche la stretta contro il fenomeno degli affitti in nero che, secondo le stime degli addetti ai lavori, sul territorio regionale pesa in termini percentuali per circa il 40%. In sostanza attualmente «per 10 annunci online di affitti ce ne sarebbero almeno 4 non censiti». Nel mirino dei controlli della Guardia di Finanza soprattutto il Salento ma il fenomeno è diffuso nell'intera regione: le indagini al setaccio condotte dagli uomini delle fiamme gialle hanno interessato Otranto, Melendugno e Santa Cesarea, Porto Badisco, Laghi Alimini, Torre dell'Orso, San Foca; nella gran parte dei casi si tratta di accordi in parola per case al mare. Il sommerso interessa però di fatto molte delle principali località pugliesi tra cui Gallipoli, Ugento, Porto Cesareo, Polignano, Alberobello dove il calcolo delle presenze effettive è viziato dagli affitti illegali di alloggi privati ad uso turistico ma anche da tanti piccoli B&b e case vacanza non in regola.

Il caso

Negli ultimi anni proprio l'offerta degli affitti brevi è cresciuta in maniera esponenziale: un report redatto da Federalberghi e Sociometrica, pochi mesi fa, ha stimato nel 2022, a livello nazionale, quasi 100 milioni di presenze turistiche non rilevate dalle statistiche ufficiali. Pernottamenti in appartamenti locati sulle piattaforme che valgono, secondo queste stime, quasi un quarto del totale nazionale e generano una spesa di 6,8 miliardi, il 12% della spesa turistica italiana. Un modello di ospitalità che mette in difficoltà i Comuni mentre gli albergatori vedono calare i clienti. In trincea i sindaci dei Comuni a vocazione turistica a cui spetta in parte il controllo sui territori per arginare l'illegalità. Controlli incrociati, verifiche sui versamenti della tassa di soggiorno e sulle comunicazioni alla questura sono i primi strumenti a disposizione, ma in aiuto arriva anche la tecnologia con software all'avanguardia che consentono l'incrocio di una mole notevole di dati. Uno strumento utilizzato da un paio d'anni proprio ad Alberobello dove l'amministrazione è riuscita a portare allo scoperto circa un migliaio di strutture e locazioni non censite.
«Questo fenomeno così dannoso per il turismo sano commenta Francesco De Carlo, primo cittadino del paese dei trulli patrimonio Unesco - è diffuso in tutta la Regione e secondo le nostre stime e i rilievi che abbiamo effettuato possiamo dire che pesa per circa il 40%. Ogni 10 annunci di strutture censite se ne stimano almeno 4 che non sono in regola. Si tratta quasi sempre di piccole strutture e alloggi privati e proprio per questo è più facile nascondersi. Noi ci siamo affidati ad un software molto valido e utile che si chiama "Pay tourist" che consente l'incrocio di moltissimi dati, annunci, recensioni, pagamenti, comunicazioni. Siamo partiti da una revisione del regolamento comunale, obbligando tutti gli operatori anche dell'extralberghiero e locazioni brevi ad iscriversi alla piattaforma comunale. Una volta dentro c'è l'obbligo di comunicare l'imposta di soggiorno e una serie di dati. In sede Anci abbiamo proposto di individuare uno strumento simile da far utilizzare ad ogni Comune turistico. In pratica il sistema è questo: la piattaforma comunica anche con altre e attraverso la ricerca di parole chiave come "affitto ad Alberobello e simili, in un raggio di 20 chilometri, rileviamo una serie di annunci sui quali poi, con l'incrocio dei dati appunto, attuiamo le verifiche. Ne abbiamo trovati circa 2mila di cui almeno mille non erano attività censite. Il sistema rileva anche il Cis falso; questo è un importante deterrente perché è sufficiente punire alcuni perché in tanti decidano di mettersi in regola».
I sindaci da tempo lamentano di avere poco personale per attuare le verifiche, pochi uomini in campo con la polizia municipale e pochi strumenti. «Non si possono fare controlli su qualcosa che non si conosce, alla cieca continua De Carlo- per questo è importante dotarsi di questa tecnologia: capire dove andare a verificare e poi muoversi.

Dopo la prima fase di raccolta dati la Finanza è venuta a chiederci un elenco attraverso il quale poi sono state fatte le verifiche. Ormai abbiamo un ufficio con una persona che tutto l'anno svolge questo lavoro». Ed infatti il metodo utilizzato dalle Fiamme gialle a livello nazionale è basato proprio sull'incrocio dei dati. Si parte con il monitoraggio degli appartamenti offerti in locazione incrociandoli poi con le informazioni raccolte dalle piattaforme o postati su Facebook e altri social. Queste vengono poi verificate con le banche dati delle varie amministrazioni e a seguito di una serie di ulteriori verifiche si arriva a mettere allo scoperto i furbetti degli affitti. Un giro di affari che, solo con quest'ultima inchiesta, nel Salento ha messo alla luce redditi non sottoposti a tassazione per oltre 60mila euro.

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