Rifiuti, a un passo dal collasso: la Regione blocca l’impianto

Rifiuti, a un passo dal collasso: la Regione blocca l’impianto
di Roberta GRASSI
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Giovedì 21 Luglio 2016, 10:12 - Ultimo aggiornamento: 25 Luglio, 10:09
Dopo la nota dell’Arpa, arriva dalla Regione la sospensione per trenta giorni dell’attività di uno dei più grandi impianti di compostaggio della Puglia, quello su cui fanno affidamento molti Comuni dell’intera regione, inclusi quelli delle province di Brindisi, Lecce e Taranto, per smaltire la frazione organica dei rifiuti. E’ allarme rosso, insomma, in tutto il territorio privo di strutture pubbliche su cui contare. Ne restano solo tre, delle cinque private: sono tutte nel Tarantino e il quantitativo di tonnellate per cui sono autorizzate è già esaurito. Gli impianti pugliesi sono infatti soltanto cinque: Tersan Puglia, Bioecoagrim, Eden 94, Aseco, Progeva. Si trovano rispettivamente a Modugno, Lucera, Manduria, Ginosa Marina e Laterza. Bioecoagrim è fermo fino a settembre. Eden 94 lavora a regime ridotto perché sono in corso lavori di manutenzione. Nel frattempo sono stati convocati d’urgenza lunedì alle 12, a Bari, commissari e tecnici: l’obiettivo è la ricerca di una soluzione.
 
Tersan Puglia non potrà operare - salvo eventuali interventi dei giudici amministrativi - da lunedì prossimo. Ma da ieri, a quanto si è appreso, ha chiuso i cancelli perché i giorni che verranno serviranno a eliminare l’umido che è stato già condotto e che deve essere trattato. Il provvedimento è firmato dal dirigente della sezione Rifiuti e bonifiche della Regione, Gianni Scannicchio: «La Regione - ha spiegato - non sta lasciando soli i Comuni e sta supervisionando l'emergenza: avremo un nuovo incontro ma abbiamo già scritto al Cic (Consorzio italiano compostatori) per conoscere la disponibilità di altri impianti fuori regione e stiamo aspettando una risposta». A quanto si apprende, gli altri tre impianti che in Puglia trattano l'organico hanno già evidenziato le loro difficoltà ad accogliere altri rifiuti pugliesi. «Si tratta - spiega Scannicchio - di impianti privati che in alcuni casi ricevono già rifiuti di altre regioni». Se la Tersan non rientrerà nei limiti imposti entro un mese, il provvedimento regionale (il secondo dallo scorso aprile) sarà prorogato. Un altro possibile scenario potrebbe essere una sospensiva del provvedimento regionale da parte del Tar, sia pure per qualche giorno. Una interruzione che non farebbe altro, però, che rinviare il problema della carenza di strutture che la Regione Puglia intende risolvere accentrando i poteri di gestione in un unica Agenzia, una governance - inizialmente commissariata - che tra l’altro dovrà occuparsi proprio di bandire la gara per la realizzazione di compostaggi pubblici.

C’è poi un altro default che preoccupa Lecce e parte del Salento. La piattaforma Ionica Servizi, che ha sede a Brindisi, e che è una sorta di intermediario a cui l’Aro ha affidato l’umido per portarlo in altri impianti, ha decretato lo stop. In una situazione di grave insufficienza della dotazione impiantistica pugliese, è impossibile quindi reperire delle soluzioni all’interno dei confini regionali. Spostarsi comporta necessariamente un aumento dei costi, se non altro per il trasporto. Incrementi di spesa che non possono, poi, non gravare sui cittadini attraverso le imposte sui rifiuti.

Quanto a Tersan, dopo le ripetute proteste dei cittadini e del sindaco di Modugno, Nicola Magrone, l’Arpa ha effettuato misurazioni e ha stilato una relazione dettagliata inviata alla Regione Puglia e, per conoscenza, al Comune di Modugno, alla Città metropolitana, alla Procura della Repubblica e alla Asl Bari in cui si evidenzia il superamento del limite per la concentrazione di odori nelle emissioni, constatato attraverso una serie di misurazioni effettuate nel corso del tempo.
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