In Puglia più di 125mila lavoratori non sono vaccinati. L'allarme della Cgia: «Molti fanno aggirano la legge»

In Puglia più di 125mila lavoratori non sono vaccinati. L'allarme della Cgia: «Molti fanno aggirano la legge»
di Maria Claudia MINERVA
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Domenica 24 Ottobre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 25 Ottobre, 12:10

Sarebbero almeno un milione i “furbetti” che, in Italia, si presentano ogni giorno al lavoro senza green pass, sfruttando i buchi nei controlli o la negligenza dei datori di lavoro. Questi i numeri fotografati dall’Ufficio Studi della Cgia di Mestre, che accendono i fari su un fenomeno decisamente allarmante. Secondo la Cgia, i lavoratori italiani senza alcun vaccino sono poco meno di 2,7 milioni (pari al 12,2 per cento del totale degli occupati). Se a questi ultimi si tolgono le 350 mila persone che per ragioni di salute sono esenti dal possesso del certificato verde e 1,3 milioni di addetti che regolarmente si sono sottoposti al tampone durante la settimana, rimangono “scoperti”, ovvero senza certificazione verde, circa un milione di occupati. Che però vanno lo stesso al lavoro, in barba alle disposizioni di legge. In Puglia gli occupati non vaccinati sono 125.675, che corrispondono al 10,6 per cento. Tra questi anche quelli che aggirano l’ostacolo del permesso verde. Il numero non è quantificato, ma potrebbe essere abbastanza alto, considerato che circa 21mila stanno facendo regolarmente il tampone, e che un’altra fetta dei 125mila è invece esente per ragioni di salute. 

La classifica regionale

A livello regionale a guidare la graduatoria è la provincia autonoma di Bolzano con 42.150 no vax, pari al 17,5 per cento sul totale occupati. Seguono la Sicilia con 204.605 addetti senza alcun vaccino (15,7 per cento del totale), le Marche con 91.105 lavoratori senza alcuna immunizzazione (15,1 per cento del totale) e la Valle d’Aosta con 7.872 (15 per cento del totale). La macroarea dove la situazione è più critica è il Mezzogiorno: la stima degli addetti senza alcun vaccino sfiora i 767mila occupati, pari al 13,1 per cento del totale.
Ma come mai - si domanda la Cgia - nonostante tutte queste assenze, gli imprenditori non hanno denunciato alcun problema organizzativo? «Forse perché le cose sono andate diversamente. Infatti, la sensazione è che molti dipendenti senza certificato verde abbiano “aggirato” le disposizioni previste dal decreto legge, recandosi comunque in fabbrica o in ufficio. I controlli, così come previsti dalla norma, non sarebbero particolarmente stringenti». Soprattutto se si tratta di autonomi, ditte individuali, liberi professionisti o partite Iva che ricevono i propri clienti nei loro studi, dove nessuno può andare a controllare.

E la stessa cosa vale per i lavoratori di ditte individuali come idraulici ed elettricisti. Il proprietario di casa che chiede l’intervento non è tenuto a controllare il certificato. E così sono liberi di aggirare la legge. La stessa cosa vale per colf e badanti. L’ispettorato del lavoro spiega al quotidiano che in queste condizioni ci sono tanti lavoratori che non possono essere controllati uno per uno. Specie se svolgono libere professioni.

Il boom dei tamponi

Il problema, sottolinea la Cgia, è a monte: sebbene in questa ultima settimana ci sia stato una forte impennata di test il numero dei tamponi eseguibili ogni giorno dalle farmacie e dalle strutture pubbliche e private presenti nel Paese è inferiore alle richieste avanzate dai lavoratori. Per fronteggiare questa situazione - ricorda Cgia - è intervenuto anche il commissario straordinario per l’emergenza Covid. Nei giorni scorsi, infatti, il generale Figliuolo ha chiesto alle Regioni di consentire alle farmacie la realizzazione dei tamponi oltre l’orario di apertura e anche nei giorni di chiusura di queste attività. Così, probabilmente, sarà nelle prossime settimane. 
Intanto, come si è detto, in Puglia, da quando è scattata l’obbligatorietà del green pass sono aumentati i tamponi, come ha confermato nei giorni scorsi il direttore del Dipartimento Salute della Regione Puglia, Vito Montanaro. Tanto che se prima il numero di test oscillava dai 14 ai 15mila al giorno, dalla scorsa settimana ad oggi sono aumentati di 5/6mila al giorno raggiungendo così quota 20/21mila. Nel frattempo, l’ultimo aggiornamento al 22 ottobre sulla piattaforma governativa registra ben 105.569.806 certificazioni green scaricate in Italia, con un incremento rispetto al giorno precedente pari a 878.359. La corsa al tampone continua a comportare code in farmacia e negli hub sanitari, questo perché bisogna prenotarsi e non sempre il servizio è offerto di sabato pomeriggio o nei festivi. Ma il generale Figliuolo ha già chiesto alle Regioni di agevolare le farmacie affinché «possano continuare a effettuare i tamponi antigenici rapidi oltre gli orari di servizio e nelle giornate di chiusura» e possano eseguire i tamponi «anche nei casi in cui i soggetti non si siano prenotati». 

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