Emigranti, laureati e pensionati: la città più popolosa della Puglia è all’estero.Sono 380mila i pugliesi che vivono in un altro paese

La fotografia del rapporto Migrantes

Emigranti, laureati e pensionati: la città più popolosa della Puglia è all’estero.Sono 380mila i pugliesi che vivono in un altro paese
di Giuseppe ANDRIANI
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Sabato 9 Dicembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 10 Dicembre, 12:17

La città più grande della Puglia si trova nel resto del mondo e fisicamente neppure esiste. Sono 380.271 i pugliesi che attualmente vivono all’estero. Sono coloro che hanno scelto di vivere in un Paese diverso per avere maggiori opportunità. E il trend è semplicemente cambiato, come è mutato negli anni il fenomeno, in parte forse è anche diminuito nei numeri – ma sarebbe assurdo il contrario in un contesto di depressione demografica -, ma di certo non si è arrestato. Si partiva negli anni ‘50, si continua a farlo oggi. Non con la valigia di cartone ma con il notebook nello zaino. Non è più il Sudamerica la meta preferita, né gli Stati Uniti, terra promessa dei nonni dei giovani di oggi. Si va in Inghilterra, nonostante la Brexit, sperando in un’opportunità. O in Germania e talvolta anche in Svizzera. L’emigrazione verso l’Argentina resta importante, ma non raccoglie la stessa percentuale di qualche decennio fa. 
Emigrano soprattutto gli uomini e in particolar modo quelli che non sono sposati. E le donne? Sono sempre di più quelle che partono per cercare fortuna altrove, ma la Puglia in questo fa eccezione: qui vi è la percentuale più bassa di emigrazione al femminile (il 41% del totale). 
La fotografia, desolante perché racconta di un territorio che si spopola ormai da anni, è quella del rapporto Italiani nel Mondo 2023 di Migrantes, organismo pastorale della Conferenza Episcopale Italiana. I numeri: i pugliesi che vivono all’estero (figli – e quindi emigrati di seconda generazione – compresi) sono 380.271, il 6,4% degli italiani che risiedono fuori dal Paese. I dati sono elaborati partendo dalla cancellazione in anagrafe. Tra questi gli uomini rappresentano la fetta più consistente: 204mila maschi e 176mila donne. Solo nel 2022 sono partiti in 3.382, di cui 1.958 uomini. 

Chi parte?

I rimpatri sono numerosi negli ultimi anni: la tendenza è inevitabilmente forte, ma non basta a coprire il numero di coloro che continuano a partire. «A un maggior dettaglio territoriale, i flussi di connazionali provenienti dalla Germania (che sono i più numerosi e quelli mediamente più diffusi sul territorio), si dirigono prevalentemente in Sicilia (24%) e in Puglia (12%), significativi appaiono infatti i cluster di rimpatri osservati a Catania, Agrigento, Palermo, ma anche a Lecce, Bari, Foggia e Brindisi», si legge nel report, mettendo in evidenza come siano in tanti gli italiani che tornano a casa dopo qualche anno vissuto altrove. E ancora: dove sono gli espatriati? Il 15,5% del totale (quasi un milione di abitanti) vive in Argentina. Al secondo posto tra le mete storicamente preferite c’è la Germania, poi la Svizzera, che però segue ovviamente delle logiche completamente diverse. E il 5% delle persone che vanno altrove scelgono gli Stati Uniti D’America. Andando, però, a spulciare la tendenza del 2022 si scopre come la geografia degli espatri abbia preso un’altra direzione: il 16,4% degli emigrati ha scelto il Regno Unito, nonostante la Brexit. 
Ma non è l’unico aspetto cambiato. Dalle braccia ai cervelli: partono sempre più laureati. La Svimez ha stimato che il Sud ha perso negli ultimi 19 anni oltre un milione di abitanti, tenendo presente anche i ragazzi che sono diretti al Centro-Nord. E qui emerge tutto il dramma del Mezzogiorno: se alcuni territori continuano ad avere un saldo positivo nei movimenti dei laureati, si stima che le province di Taranto, Brindisi e Foggia perdano circa 40 persone per ogni mille residenti che raggiungono il titolo di studio. Senza contare, poi, che la percentuale di laureati in queste città è persino più bassa che nel resto del Paese. Ed ecco la fuga dei cervelli che mostra il proprio volto più duro. Il 2022 secondo l’Istat è stato il primo anno nel quale la cifra dei laureati che ha lasciato il Mezzogiorno è più alta di quella dei non laureati.
Ma il rapporto Migrantes porta alla luce anche un altro fenomeno: gli anziani che si godono la pensione fuori dal Paese. L’analisi: «Cosa spinge i nostri pensionati a lasciare l’Italia? Le motivazioni sono diverse – ricerca di luoghi esotici più amati dal punto di vista culturale o climatico, necessità di paesi con politiche di defiscalizzazione, desiderio di posti diffusamente sponsorizzati anche dalle agenzie nate proprio per accompagnare la Terza Età nel processo migratorio – ma quella che, dall’incrocio dei dati, appare come la ragione più battuta è che gli anziani vanno negli stessi luoghi dove si sono trasferiti figli e nipoti. Il desiderio che spinge un uomo o una donna avanti nell’età, molte volte vedovo/a, a vivere un percorso migratorio oggi, mettersi in discussione e affrontare l’ignoto è, quindi, una sorta di processo di ricongiungimento familiare moderno spesso portato avanti in modo non ufficiale».
A conti fatti: i pugliesi che vivono fuori dall’Italia se venissero riuniti andrebbero a costituire la più grande città di Puglia. L’immagine fa impressione: una grande metropoli, variegata: dai pensionati che scelgono Paesi più “economici” ai laureati che si costruiscono un futuro nell’Europa centrale o in Gran Bretagna. Quello che conta è che il Sud continua a spopolarsi. E se le città reggono, almeno quelle più grandi, i piccoli paesini diventano sempre più piccoli. In fondo dai tempi delle valigie di cartone sono cambiate tante cose, ma non il concetto di dover partire per avere un futuro migliore. Con il pc e la laurea nello zaino, questa volta.
 

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