Piano estivo, presidi perplessi: «I ragazzi preferiranno il mare»

Piano estivo, presidi perplessi: «I ragazzi preferiranno il mare»
di Maria Claudia MINERVA
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Venerdì 30 Aprile 2021, 08:10 - Ultimo aggiornamento: 15:30

A scuola d'estate, una novità assoluta per il mondo della scuola, dopo un anno difficile vissuto con vari stop delle lezioni in presenza a causa della pandemia. Ma i dirigenti scolastici pugliesi esprimono qualche perplessità, non sulla bontà dell'iniziativa quanto, piuttosto, sulla difficoltà di attuarla, soprattutto nelle superiori, considerando difficoltoso tenere impegnati gli studenti che, dopo un anno orribile, hanno il desiderio di dedicarsi ai loro svaghi, fosse anche semplicemente andare al mare.

Le attività da giugno a settembre


Intanto, dopo gli annunci del ministro all'Istruzione, Patrizio Bianchi, è arrivata la circolare numero 643 del 27 aprile con il programma delle attività da giugno a settembre. Il piano, da 520 milioni di euro, vedrà diverse risorse coinvolte. Tre le fasi in cui si articolerà il programma, che è bene ricordarlo sarà solo su basa volontaria. La fase 1 è dedicata al rinforzo e potenziamento delle competenze disciplinari e relazionali, con l'obiettivo di porre gli studenti al centro della loro esperienza scolastica, valorizzandone l'identità affinché le diverse attitudini siano oggetto di una vera personalizzazione dei percorsi di apprendimento.

La fase 2 riguarda invece il rinforzo e il potenziamento delle competenze disciplinari e della socialità: in questa fase potranno essere avviati processi di condivisione e partecipazione, anche in un'ottica di coinvolgimento del territorio in cui la scuola è inserita e di consolidamento del senso di appartenenza alla comunità. Infine, la fase 3 incentrata sull'avvio del nuovo anno scolastico, favorendo la creazione di scenari di solidarietà e fiducia negli altri, preparando gli allievi alla ripartenza, attivando un percorso che li supporti nell'affrontare la prossima esperienza scolastica, anche ricorrendo alla didattica innovativa e con una particolare attenzione ai temi dell'inclusione e della collaborazione.

Le perplessità dei dirigenti


«Secondo me, l'analisi, rispetto al piano scuola estate, va fatta analizzando i territori, un conto è attuarlo in un'area in cui, ad esempio come l'Umbria, gli studenti non hanno il mare a venti chilometri come ce l'abbiamo noi. Allora è possibile che, in una situazione in cui i genitori lavorano, questa novità possa rappresentare una risorsa - commenta la dirigente scolastica del liceo classico Palmieri di Lecce, Loredana Di Cuonzo -. In una situazione come la nostra, ma che vale anche più in generale, dove i ragazzi sono stati tanto tempo al chiuso, è vero che si tratta di progettualità diverse e all'aria aperta, ma viene sempre da dire Se io fossi un ragazzo di 15-16 anni cosa farei realmente? Mi farei aiutare nella socialità ancora dalla scuola dove dovrò tornare il primo settembre? O a quel punto me lo prendo come spazio libero personale e faccio quello che più mi piace? Si vedrà alla luce del vero, perché come scuole riceveremo dei benefit economici, faremo una richiesta di manifestazione di interesse dei ragazzi e delle famiglie, chiedere all'utenza cosa vuole, perché se programmiamo corsi di vela e poi invece vogliono la montagna, il progetto fallisce. Meno male che hanno pensato di dire su base volontaria, anche se rimane il problema della gestione di queste attività, perché è ovvio che deve rimanere qualcuno dello staff di presidenza a monitorare cosa succede». C'è anche il rischio che i docenti, visto che il piano è su base volontaria, non accettino. «A quel punto bisognerà fare dei bandi pubblici, che significa costruirli, sperare che vada tutto per il meglio e poi far partire l'iniziativa - aggiunge Di Cuonzo - non sarebbe il percorso più breve».
Perplessità rispetto all'attuabilità del piano vengono sollevate anche dalla dirigente scolastica del liceo Fermi-Monticelli di Brindisi, Stefania Metrangolo, dirigente scolastica del liceo Fermi-Monticelli: «Non credo che questo tipo di iniziativa possa far breccia sui nostri ragazzi che sono già grandi, rispetto a quelli del primo ciclo, quindi più autonomi e con il mare a portata di mano. Sarà molto difficile convincerli - dice con franchezza la preside - Posso essere d'accordo sul fatto che la dad abbia fatto perdere qualcosa, ma comunque hanno lavorato per l'intero anno e sono veramente stanchi. Lo sono anche i docenti, che hanno trascorso gli ultimi 14 mesi davanti a un pc, e poiché il piano è su base volontaria c'è il rischio che nessuno dia la disponibilità. Durante l'anno avevamo già progettato sei progetti Pon, ma a tre abbiamo dovuto rinunciare per mancanza di adesioni da parte degli studenti. Per questo dubito che il piano estivo possa funzionare, un conto è farlo in una grande città, lontana dai luoghi di villeggiatura, un contro è farlo qui, dove il mare è a uno sputo».
Per il preside del Tecnico Deledda di Lecce, reggente del Comprensivo di Cursi, Raffaele Capone, «la proposta ministeriale è positiva perché dà la possibilità di recuperare la dimensione sociale e la dimensione anche pratica dell'attività scolastica. Bisogna però capire la risposta delle famiglie, quanto siano interessate. I progetti vanno inviati entro il 21 maggio, i tempi sono quindi molto stretti».
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