Le mascherine per tutti: con le Poste il primo kit, poi accordo con i supermercati. Ecco come usarle

Le mascherine per tutti: con le Poste il primo kit, poi accordo con i supermercati. Ecco come usarle
di Vincenzo DAMIANI
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Martedì 28 Aprile 2020, 08:12 - Ultimo aggiornamento: 08:58
Una prima tranche di mascherine per i pugliesi arriverà dalla Regione Puglia e sarà gratuita, a distribuirla sarà Poste italiane con invii a domicilio. Dopodiché, i dispositivi di protezione prodotti dalle aziende che si sono riconvertite verranno venduti a prezzi calmierati e ad occuparsi degli approvvigionamenti sarà la grande distribuzione e la protezione civile attraverso i Coc comunali.

Inizia a delinearsi il piano della task force regionale per garantire, almeno nei primi giorni, che tutti i pugliesi, poco più di quattro milioni, abbiano una scorta di mascherine per salire sui mezzi pubblici, andare a fare la spesa o recarsi in ufficio. La fase 2 è ormai alle porte, manca meno di una settimana, quindi occorre accelerare. A stretto giro, i pugliesi riceveranno a casa una piccola scorta di mascherine, un dono della Regione che sarà accompagnato da una locandina illustrativa per spiegare come e quando i dispositivi di protezione andranno utilizzati.



Ancora non si conosce il numero esatto di mascherine che sarà riservato ad ogni pugliese, quel che è certo è che si parla di un kit iniziale. La Regione attingerà dalle proprie scorte accumulate negli ultimi due mesi grazie agli acquisti fatti in Cina e Russia e dalle consegne della protezione civile. Tutto questo riguarderà l'esordio della fase 2, poi è intenzione della task force immettere nel mercato le mascherine che, da circa 10 giorni, 21 aziende stanno producendo dopo essersi riconvertite. Il prezzo sarà calmierato, per permettere a tutti di poterle comprare senza affanni, per la distribuzione la Regione intende affidarsi alla Gdo (grande distribuzione organizzata) e alla protezione civile attraverso i Coc comunali. Non si conosce ancora il prezzo, ma sarà minimo, assicurano dalla Regione. Al momento, il potenziale produttivo delle 21 aziende riconvertite è di 300mila mascherine al giorno, ma con il prossimo coinvolgimento di altre imprese si potrà arrivare sino a 1,5 milioni di pezzi. Si tratta di mascherine filtranti, adatte cioè solo alla popolazione e non per il personale sanitario. Rispondono, quindi, ai criteri previsti dall'articolo 16, comma 2, del decreto legislativo 18 del 17 marzo scorso.

Le 21 aziende che stanno già producendo sono: Alfatex di Santeramo in Colle; Manifatture Daddato di Barletta; Dalin Italian Atelier di Castellana Grotte; David srl di Molfetta; Flx di Bitonto; Giorgino Company di Barletta; Gordon Confezioni di Cassano delle Murge; MickyFlex di Capurso; Mister Sofà srls di Mottola; New CS Salotti di Gravina in Puglia; PA.AB di Andria; Paola Creazioni di Cassano delle Murge; Reggente di Andria; Estetica e Design di Andria ; F&T Consulting di Barletta; Leccese sas di Bitonto; Vincenzo Carriero di Mugnano di Napoli; Funny Lab srl di Barletta; Itmoda di Ruvo di Puglia; Pfl Moda di Bitonto; Terry Ricami di Nardò. A questo elenco, però, a breve potrebbero aggiungersi altre aziende che hanno chiesto supporto al Politecnico, con conseguente aumento di produzione.

Infatti, in totale sinora le imprese che hanno contattato il Politecnico sono state oltre 250. Di queste, 160 hanno manifestato l'intenzione a produrre mascherine filtranti, c'è chi invece si sta già cimentando sulla fabbricazione di Dpi come le mascherine Ffp2 e Ffp3, ventilatori, calzari, tute e guanti. Anche dalla protezione civile nazionale arriverà un carico di mascherine per la popolazione: il commissario straordinario Domenico Arcuri ha annunciato che sono stati distribuiti 138 milioni pezzi e le Regioni hanno ad oggi 47 milioni di mascherine nei magazzini. Arcuri ha poi annunciato che è stato siglato un accordo con 2 imprese italiane per realizzare 51 macchinari che produrranno tra 400 e 800mila mascherine al giorno. Domenica scorsa, il premier Giuseppe Conte ha annunciato un primo provvedimento per far sì che tutti possano accedere ai dispositivi di protezione, il governo nazionale ha deciso di togliere l'Iva nel prossimo decreto. «Avremo prezzo calmierato equo per le mascherine, sarà senza Iva, il prezzo sarà 0,50 per quelle chirurgiche», ha anticipato il presidente del consiglio italiano. I punti interrogativi, però, restano ancora tanti, i sindaci sono preoccupati per la gestione della fase 2 e c'è chi già annuncia restrizioni maggiori rispetto a quelle previste dal governo nazionale.
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