La risposta alla xylella Dagli ulivi resistenti arriva il primo olio

La risposta alla xylella Dagli ulivi resistenti arriva il primo olio
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Mercoledì 28 Agosto 2019, 11:54 - Ultimo aggiornamento: 11:56

In fondo al tunnel c'è sempre la luce. E, in questo caso, la luce sono le cultivar resistenti al batterio della xylella fastidiosa: il leccino e la favolosa, le uniche due specie testate scientificamente che finora hanno dimostrato di essere più forti della malattia che ha divorato specie di ulivi presenti nel Salento da millenni, come la cellina e l'ogliarola. Così, quello che fino a poco tempo fa appariva solo come un'ipotesi futuristica ieri è diventata realtà.
C'è una speranza per il futuro olivicolo salentino e arriva proprio dal primo olio molito con le olive raccolte dagli ulivi resistenti alla xylella. La spremitura è stata ottenuta, come spiega Coldiretti Puglia, dal frutto dell'innesto di piante malate con varietà resistenti di leccino, che dopo tre anni sono tornate a produrre nel Salento, esattamente a Gagliano del Capo, dove grazie al clima c'è stata una molitura anticipata». Un appuntamento, quello di ieri, nell'azienda dell'imprenditore olivicolo Giovanni Melcarne, anche presidente del Consorzio Olii Dop di Terra d'Otranto, che ha inaugura la stagione di raccolta delle olive in tutta Italia.
«Un segnale di rinascita per la provincia di Lecce che grazie alle varietà resistenti alla xylella e agli innesti dovrà recuperare un patrimonio inestimabile, andato perso per colpa di ritardi, scaricabarile e della mancata volontà di affrontare con determinazione la lotta al batterio che ha già causato un danno stimato per difetto di 1,2 miliardi di euro» ha spiegato Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia, che ha aggiunto: «Per questo territorio ci vorrebbe un vero Piano Marshall, ci vorrebbe coraggio da parte delle istituzioni perché bisogna ricostruire tutto».
La prima spremitura di olive ha aperto idealmente la raccolta di olive in Puglia, dove si produce oltre la metà dell' olio Made in Italy, con la produzione regionale di extravergine stimata nel 2019 in aumento del 70-80% - ha snocciolato Coldiretti - dopo il drastico crollo registrato l'anno scorso a causa delle calamità, con una ripresa straordinaria delle aree di Bari, Bat e Foggia con quantità tornate nella media e qualità eccellente, ottime performance di Taranto e Brindisi al netto degli ulivi improduttivi per la xylella, con un aumento produttivo che oscilla a macchia di leopardo tra il 40 ed il 60%. Incontrovertibile lo scenario produttivo a Lecce, dove si stima un calo del 90-95% rispetto alle medie storiche, perché sia nell'area Ionica che nell'Adriatica la produzione di cellina e ogliarola è azzerata e risultano produttive solo le piante di leccino».
Intanto, ad ottobre il consorzio olivicolo Unaprol consegnerà 200mila piante di ulivo leccino resistenti alla xylella «che verranno affidate ai nostri olivicoltori, un impegno per non condannare alla desertificazione l'area infetta che riguarda 183mila ettari» ha annunciato il presidente dell'Unaprol David Granieri.
Vale la pena ricordare che a causa della batteriosi sono andate perse quasi 3 olive su 4 in provincia di Lecce con il crollo del 73% della produzione di olio di oliva nell' ultimo anno, secondo un'analisi elaborata da Coldiretti Puglia sulla base dei dati del Sistema Informativo Agricolo Nazionale (Sian) che non sarà certamente recuperata nell'annata 2019-2020.
«L'avanzata della malattia ha lasciato milioni di ulivi secchi dietro di sé, molti dei quali monumentali, mano mano che la xylella avanzava sul territorio spostandosi verso nord a una velocità di più 2 chilometri al mese con conseguenze economiche, produttive e sociali: 5mila posti di lavoro persi nella filiera dell'olio extravergine di oliva con i frantoi svenduti a pezzi in Grecia, Marocco e Tunisia. Un trend che rischia di diventare irreversibile se continua la Coldiretti - non si interviene con strumenti adeguati per rilanciare la più grande fabbrica green italiana con la Puglia che ha garantito fino ad ora quasi la metà dell'olio Made in Italy».
M.C.M.

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