Xylella, c'è ansia nel Barese dopo i nuovi positivi: «Bisogna frenare subito il contagio»

Xylella, c'è ansia nel Barese dopo i nuovi positivi: «Bisogna frenare subito il contagio»
di Maria Claudia MINERVA
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Domenica 10 Ottobre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 11 Ottobre, 09:19

La xylella fastidiosa sarà al centro di due audizioni in IV Commissione regionale il 14 ottobre prossimo. Una è stata richiesta dal consigliere Antonio Gabellone sul tema “Il futuro dell’olivicoltura per gli areali infetti da xylella fastidiosa”, l’altra, invece, è stata richiesta dal consigliere Paolo Pagliaro sul tema “Stato di attuazione piano rigenerazione post-xylella”. Entrambe le audizioni riguardano soprattutto il Salento, zona ormai devastata dalla batteriosi e da anni in attesa di una rinascita che procede, purtroppo molto lentamente. 

Il fronte Barese

Intanto, sul fronte del Barese sindaci, organizzazioni agricole e produttori fanno pressione sulla Regione affinché si marchino strette le maglie del controllo, attività già posta in essere dall’assessorato pugliese all’Agricoltura guidato da Donato Pentassuglia, che fin dal suo insediamento ha dettato le linee di un Piano d’azione volto a frenare la propagazione del contagio nelle zone ancora indenni. Purtroppo l’azione intensificata del monitoraggio sta facendo venire alla luce molti casi di infezione, magari latente da tempo, che preoccupano il mondo olivicolo della zona Nord della Puglia. Proprio due giorni fa, i certificati Selge pubblicati sul sito di “Emergenza xylella” hanno evidenziato come nell’area tra Alberobello, Locorotondo, Crispiano continuino a spuntare nuovi focolai: 86 le piante colpite dal batterio segnalate sul sito regionale, che ora dovranno essere abbattute. Nuove infezioni che mettono in allerta soprattutto per posizione in cui si trovano, ad esempio i positivi segnalati a Martina Franca si trovano in un’area che si insinua tra i due comuni del Barese (Alberobello e Locorotondo), ma anche per il numero di piante infette cresciute a 10, chiara indicazione, secondo i ricercatori, della diffusione naturale della fitopatia a breve distanza in atto. Infatti, una delle ultime novità legate alla xylella in quell’area è che ormai la sua propagazione non avviene più passivamente per trasporto dei vettori lungo i cigli delle strade o sui binari delle ferrovie ma in modo naturale, così come è avvenuto nel Salento, dove ormai la batteriosi è endemica.

L'assessore Pentassuglia

Dal canto suo, l’assessore Pentassuglia insiste sulle necessità di fare squadra - richiamando a una sorta di responsabilità sindaci, associazioni agricole, singoli olivicoltori - per limitare i danni, perché solo lavorando sinergicamente per un obiettivo comune si possono ottenere dei risultati tangibili.

Che già, rispetto al passato, ci sono, considerato l’enorme attività di monitoraggio messa in campo, che sta portando alla luce infezioni che non sarebbero mai state scoperte, magari non in tempo per salvare quelle aree. «C’è preoccupazione - ha confermato l’assessore -. Il mio richiamo a fare buone pratiche agricole e trattamenti è e rimane fondato, nonostante l’accelerata e il piano partorito insieme al Comitato scientifico, con cui stiamo valutando una serie di azioni, come quella di raddoppiare o triplicare le indagini molecolari e cantierizzare monitoraggi a tappeto in modo da scoprire anche gli asintomatici e abbatterli». Basti sapere, che come riporta il cruscotto online, strumento inaugurato ieri per snocciolare i dati della fitopatia in tempo reale, tra luglio e settembre sono state abbattute in quell’area oggi oggetto di infezione più di mille piante. 

La denuncia sulle false cure

E a proposito di false cure per la xylella, il presidente della Commissione Bilancio e programmazione della Regione Puglia, Fabiano Amati, denuncia alcune pratiche commerciali che vendono prodotti con i quali trattare gli alberi di ulivo (sia quale azione preventiva sia quale cura). «Ho scoperto che ci sono in giro personaggi che vendono prodotti per riportare gli ulivi all’originale splendore, cioè un chiaro artifizio e raggiro per evocare indirettamente una fantomatica cura dalla xylella - sottolinea - altrimenti che necessità ci sarebbe di riportare gli ulivi allo splendore originario, visto che l’unica fitopatia che ad oggi li attacca è la xylella? Insomma, una truffa. E il bello è che in un caso si presentano pure con il logo del Comune di Lecce e dell’Università di Bari, sperando che queste due istituzioni pubbliche non li abbiano addirittura autorizzati. Chiedo alle strutture preposte di vigilare e intervenire perché non possiamo più consentire di speculare sulla batteriosi. Abbiamo già dato per colpa dei negazionisti. Speriamo solo che stavolta a finire sotto inchiesta siano i veri responsabili e non gli scienziati».

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