Extra Covid in affanno: «Rischio affollamento al Pronto soccorso»

Extra Covid in affanno: «Rischio affollamento al Pronto soccorso»
di Maddalena MONGIÒ
3 Minuti di Lettura
Venerdì 23 Ottobre 2020, 10:37

L'altra faccia dell'effetto Covid: ospedali e personale in sofferenza, carenze e criticità nei servizi ai pazienti. Sindacati all'attacco e partono le missive. Fp Cgil denuncia una situazione al collasso al pronto soccorso del Vito Fazzi di Lecce che deve fare i conti con un eccessivo carico di lavoro aggravato dal fatto che l'ospedale di Copertino non è ancora a regime. Cisl Fp con una lunghissima lettera indirizzata al direttore generale dell'Asl Lecce, Rodolfo Rollo, elenca una lunga serie di criticità che sarebbero frutto tra le altre della indisponibilità della direzione generale a collaborare con i sindacati.


Ma andiamo con ordine. Il segretario provinciale della Fp Cgil, Floriano Polimeno, punta il dito nella lettera indirizzata ai vertici della Regione e della Asl: «A determinare una situazione ai limiti del collasso non è solo il picco dell'emergenza Covid-19. Ad avviso della Fp Cgil Lecce piuttosto è il frutto di una organizzazione che scarica sul Pronto Soccorso una mole di lavoro eccessiva. Quotidianamente ed ininterrottamente medici, infermieri e operatori socio-sanitari sono impegnati in turni lunghissimi e massacranti: tra il continuo viavai di ambulanze e pazienti sbarellati non hanno il tempo respirare. Le ambulanze del servizio del 118 arrivano e stazionano in gran numero all'ingresso del pronto soccorso: qui si convoglia di tutto, anche pazienti con piccole patologie. A complicare ulteriormente il quadro è la situazione dell'ospedale di Copertino, non ancora a regime».


E a proposito di Copertino il sindacato tuona: «L'annunciata riattivazione totale dell'ospedale di base di Copertino è rimasta solo sulla carta: in realtà non è mai avvenuta e ciò contribuisce ancora oggi ad ingolfare e a stremare il personale del pronto soccorso del Fazzi, dove continuano ad essere convogliate tutte le urgenze creando un effetto imbuto sull'intero presidio. Quanto sta accadendo pertanto non ha nulla di episodico o di straordinario, né è dovuto alla congiuntura pandemica: piuttosto è dovuta ad una carenza strutturale della rete ospedaliera salentina».


Sull'altra faccia della medaglia l'articolata argomentazione del segretario provinciale Cisl Fp, Fabio Orsini, e del coordinatore provinciale sanità, Antonio Piccinno.

Il punto centrale è la mancata collaborazione dei vertici Asl: «Sicuramente, l'emergenza sanitaria non ha contribuito a favorire tutte le buone intenzioni e i propositi ma, la continua assenza di riscontro sindacale, anche solo a mero riscontro, ha solo cementato una forma autoritaria e unilaterale di affrontare o non affrontare talune richieste sindacali. Risulta anche penoso ricordare tutte le richieste di intervento per una corretta informativa sulle procedure e regolamenti sul rischio contagio da Covid-19, denunce anche inoltrate presso la Prefettura per le varie circostanze dovute a mancanza di Dpi, soprattutto per gli operatori che, loro malgrado, affrontavano l'assistenza diretta a potenziali soggetti positivi al virus. Di tante denunce mai avuto nessun riscontro. L'azione del sindacato, non era e non è rivolta a sovraccaricare il corto circuito amministrativo e sanitario scaturito dal caos normativo in atto verificatosi nel momento più insistente della pandemia ma solo per cercare di proporre soluzioni, denunciare criticità e richiesta di chiarimenti».


E veniamo alle singole denunce. Innanzitutto la «carenza di personale sanitario medico e di comparto, la mancanza di professionisti in alcune branche di specializzazione, chirurgiche, di anestesia, pediatria, dialisi. Per tali carenze ed al fine di assicurare la normale assistenza Lea, si ricorre sempre più a caro prezzo alla autorizzazione a prestazioni aggiuntive liquidate a 60 euro l'ora al personale medico e a 25 al personale dell'Area di comparto nonché le prestazioni per copertura guardie notturne pagate 480 euro a notte, pro-capite ad ogni singolo operatore dirigente medico». Poi viene segnalata la necessità di potenziare il personale del 118 «in ogni singola postazione» oltre «all'adeguamento della dotazione organica del personale addetto alla squadra antincendio».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA