Comunità energetiche: in Puglia regole più semplici per produrre dal basso

Comunità energetiche: in Puglia regole più semplici per produrre dal basso
di Pierangelo TEMPESTA
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Lunedì 16 Gennaio 2023, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 04:53

La produzione di energia elettrica dal basso troverà sulla sua strada meno ostacoli e più incentivi pubblici. Grazie alla collaborazione tra Regione Puglia e Dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università del Salento, con la legge di stabilità 2023 il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità un corposo pacchetto di modifiche alla legge 45 del 2019, che regola il funzionamento e la promozione delle comunità energetiche. I gruppi di persone fisiche, piccole e medie imprese, enti territoriali, religiosi o del terzo settore che decideranno di agire collettivamente per produrre, condividere e accumulare energia attraverso l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, potranno usufruire delle opportunità che la Regione metterà in campo grazie alle modifiche apportate alla normativa. 

Un team di tecnici ed esperti

Il gruppo di lavoro che si è occupato di studiare gli emendamenti e di fornire il suo supporto specialistico è composto dal professor Vincenzo Tondi della Mura, ordinario di Diritto costituzionale dell’Università del Salento; dal professor Francesco F.

Tuccari, ordinario di Diritto amministrativo dell’Università del Salento; dal professor Paolo Maria Congedo, associato di Fisica tecnica ambientale dell’Università del Salento; dal dottor Giorgio Cataldo, ricercatore di Diritto costituzionale dell’Università del Salento; dal dottor Matteo Greco, dottorando di ricerca in Diritto costituzionale presso l’Istituto superiore Sant’Anna di Pisa.

Si è trattato di un intervento di riforma assolutamente necessario, spiega il gruppo di lavoro, non soltanto a causa del sopravvenuto quadro regolatorio nazionale che ha reso superate buona parte delle disposizioni regionali, ma anche e soprattutto per ridefinire, sulla base dei principi di sussidiarietà e semplificazione, l’insieme delle azioni e delle misure che la Regione potrà mettere in campo per promuovere e sostenere lo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili e dell’autoconsumo collettivo. Alcune prime esperienze di comunità energetiche, in Puglia, già esistono. A Brindisi, per esempio, è in cantiere un progetto promosso da Arca Nord Salento per installare centinaia di pannelli fotovoltaici sui tetti di 370 alloggi di edilizia popolare del quartiere Paradiso. Sempre a Brindisi, poi, è allo studio un progetto che vedrà protagoniste le parrocchie della diocesi. Altri esempi virtuosi sono quelli di Biccari e Roseto Valfortore, in provincia di Foggia, così come quello di Bari, dove Confindustria, consorzio Asi e diverse aziende hanno dato vita alla Comunità per l’efficienza energetica. 

Le comunità già esistenti in Puglia

Significativa anche l’esperienza di Melpignano, in provincia di Lecce, dove nello scorso mese di giugno il Comune ha presentato i risultati dello studio di fattibilità per la realizzazione di una cooperativa energetica. Ora, con le modifiche alla legge regionale, le procedure saranno più semplici e gli aiuti della Regione più consistenti. È stato eliminato ogni elemento di contrasto tra le disposizioni regionali e quelle nazionali e sono state abrogate le disposizioni della vecchia formulazione della legge che prevedevano requisiti costitutivi e condizioni di funzionamento alternativi più gravosi rispetto a quanto stabilito dalla legislazione nazionale. Oltre all’erogazione di contributi destinati a sostenere la realizzazione delle comunità, sono previste iniziative per la formazione e il rafforzamento delle competenze degli enti locali e delle professionalità coinvolte nelle procedure di avvio, costituzione, gestione e animazione delle comunità energetiche.

Gli enti locali, inoltre, tramite appositi accordi potranno offrire il loro supporto tecnico e informativo. Viene poi riconosciuto il ruolo fondamentale degli enti del terzo settore, il cui contributo sarà valorizzato attraverso gli strumenti della co-programmazione e della co-progettazione. Saranno anche individuati i tetti degli edifici pubblici e le aree pubbliche di proprietà della Regione e degli enti locali da utilizzare, anche da parte di terzi, per l’installazione degli impianti. Un apposito registro regionale raccoglierà annualmente le informazioni utili al monitoraggio dello stato di attuazione della legge. «Il risultato - spiega il team - è una legge regionale dal contenuto profondamente rinnovato, attraverso cui la Regione intende supportare tutte le tipologie di comunità energetica rinnovabile. Tuttavia, sono previsti contributi maggiori per la costituzione di comunità energetiche che la legge definisce a forte valenza sociale e territoriale. Si tratta di comunità energetiche composte, ad esempio, anche da soggetti economicamente svantaggiati, in funzione di contrasto alla povertà energetica, o che coinvolgono enti del terzo settore o enti proprietari e di gestione di alloggi di edilizia residenziale pubblica o sociale».
 

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