Caro bollette, la sfida della Regione: sostegno a comunità energetiche e autoproduzione per le imprese

Caro bollette, la sfida della Regione: sostegno a comunità energetiche e autoproduzione per le imprese
di Paola ANCORA
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Martedì 22 Marzo 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 13:42

Comunità energetiche e auto-produzione. La strategia per contrastare il caro-energia che erode il potere d’acquisto delle famiglie e frena la ripresa dell’economia in Puglia parte da qui. E a sostenerla è la Regione, che tende la mano alle imprese e mette in campo una serie di misure che mirano ad abbattere i consumi e le bollette, rafforzando la strategia di aiuti messa in campo dal Governo nazionale e accompagnando il processo di transizione ecologica delineato dall’Europa anche per il nostro Paese. 

Il provvedimento


La Giunta regionale ha infatti approvato ieri una serie di interventi per finanziare o agevolare, anche intercettando i fondi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, la riconversione degli impianti energetici delle aziende e per favorire l’auto-produzione di energia elettrica. In particolare saranno emanati una serie di bandi pubblici, a valere sui fondi Por della programmazione europea 2014-2020 e sulla successiva 2021-2027, per consentire alle imprese di riconvertire i propri impianti, dotandosi delle infrastrutture necessarie alla produzione autonoma di energia. 
Alcuni strumenti – hanno chiarito dagli uffici regionali, che saranno affiancati anche da PugliaSviluppo - «avranno immediata e tempestiva attuazione, altri saranno disponibili a breve anche in coordinamento con i bandi governativi». In attesa che sia definita una politica energetica nazionale e che l’Italia – anche grazie al ruolo strategico della Puglia come snodo delle forniture nazionali - riesca a smarcarsi dalla dipendenza estera, produrre “in casa” l’energia elettrica sembra essere l’unica soluzione immediatamente percorribile, con l’effetto non secondario di accompagnare la comunità dei pugliesi verso un futuro di maggiore sostenibilità e consapevolezza ambientale. 

Gli esempi


Abbattere i costi energetici condividendo l’energia rinnovabile accumulata è, del resto, una ricetta messa a punto dalla Puglia già da qualche anno, precisamente nel 2019, quando fu varata la legge per la creazione delle comunità energetiche. Ma forse soltanto ora - con i prezzi di gas ed elettricità aumentati fino al 300% - quella norma manifesta pienamente la sua utilità. La nostra regione, secondo Legambiente, è la seconda a livello nazionale per numero di comunità energetiche (Ces) già formate, ma si tratta, ancora, di numeri esigui e iniziative isolate. Le Ces costituiscono invece, oggi, un passaggio obbligato verso la transizione ecologica. 
A Bari, con la benedizione di Confindustria e del Consorzio Asi, un gruppo di 13 imprese private ha dato vita a una comunità energetica. Attraverso un desk di consulenza gratuito gestito da esperti di fiducia dell’associazione industriali, le 13 aziende partecipanti - Magna PT Spa, Azienda Municipale GAS, FB Innovation Srl, SKF Industrie Spa, Caradonna Logistics srl Bridgestone Italia Manufacturing, Exprivia Spa, CompuGroup Medical Italia Spa, Tera Srl, Studio Manchisi, La Lucente Spa, BusForFun.com Srl - saranno guidate nell’individuazione di processi energetici più efficienti e rispettosi dell’ambiente. 
A Biccari, sui monti Dauni, gli edifici pubblici ospitano pannelli fotovoltaici per oltre 200 kW, oltre a lampioni fotovoltaici a servizio delle aree rurali e delle contrade periferiche. E a Roseto Valforte, paese di 1.042 abitanti in provincia di Foggia, l’amministrazione comunale della sindaca Lucilla Parisi con la collaborazione della società Friendly Power, ha raccolto l’adesione alla neonata comunità energetica comunale di circa trenta utenti, fra imprese e cittadini, commissionando l’installazione dei primi due impianti fotovoltaici su edifici pubblici e privati. Gli aderenti alla Ces potranno godere dell’autoconsumo di energia e immettere in rete quella eccedente per consentire agli altri cittadini, i “non produttori” di utilizzarla, in una sorta di autoconsumo virtuale. 
Non sarà la panacea di ogni male, ma per un Paese come l’Italia che secondo Eurostat importa il 75,9% dell’energia che consuma, è un inizio.

Denso di speranza. 

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