L'intervista/ «Chiudere ora la scuola non serve. Davvero Emiliano crede di risolvere tutto in 15 giorni?»

L'intervista/ «Chiudere ora la scuola non serve. Davvero Emiliano crede di risolvere tutto in 15 giorni?»
di Maria Claudia MINERVA
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Sabato 24 Ottobre 2020, 10:17 - Ultimo aggiornamento: 12:54

«La Regione avrebbe potuto muoversi prima con il potenziamento dei trasporti e non aspettare che le lezioni cominciassero per poi far ricadere la colpa di tutto sulle scuola che, invece, è il luogo più sicuro perché rispettano i protocolli alla lettera». Il segretario generale della Uil Scuola Puglia, Gianni Verga, attacca la Regione Puglia che ha deciso di fermare le classi superiori dalla terza in poi per organizzare delle turnazioni ed evitare che gli assembramenti di studenti sui bus provochino contagi a non finire.

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Segretario Verga, questo stop a cosa serve?
«A nulla. Il tempo c'è stato in abbondanza perché le scuole i dati sugli studenti frequentanti li avevano forniti già da luglio scorso, quindi sapendo già da tempo che doveva prima o poi arrivare una seconda ondata e che doveva ripartire la scuola, bisognava organizzarsi prima sui trasporti e invece non è stato fatto. La scuola pugliese non si è fatta trovare impreparata al suono della prima campanella, la Regione sì».
Nell'incontro dell'altro ieri la Regione cosa ha detto?
«Diciamo ciò che non ha detto, ossia che avrebbe fatto chiudere le superiori».
Il presidente Emiliano non vi ha informati prima?
«No, siamo stati in riunione fino alle 13 ed Emiliano non ha mai espresso la volontà di fermare le lezioni. Non ha detto nulla, poi, dopo pochi minuti dal termine dell'incontro abbiamo appreso dai social dello stop... questo significa che, ancora una volta, avevano già deciso tutto senza ascoltarci. In queste cose, invece, ci vuole la concertazione, che invece non c'è stata».
Sui trasporti, invece, cosa è emerso?
«Che ci sono grosse difficoltà, a quel punto l'assessore regionale alla Mobilità Giannini ha detto che la Regione ha dei soldi a disposizione per incrementare le corse con i bus dei privati. Ed io, allora, ho polemizzato perché questa disponibilità avrebbe dovuto renderla nota prima, magari avremmo evitato gli assembramenti sui bus, considerato che i ragazzi stanno veramente ammassati».
Il vero nodo, quindi, sono i trasporti?
«Sicuramente, perché se le società pubbliche non hanno i mezzi necessari per garantire più corse allora cosa abbiamo risolto? È come il cane che si morde la coda. Se, invece, è vero ciò che ha detto Giannini, e cioè che ci sono dei soldi per incrementare il trasporto dei privati allora si potrebbe fare dei passi in avanti».
Ma Giannini ha anche parlato di cifre?
«No, questo no. Ha detto solo che la Regione ha le risorse per ampliare il trasporto scolastico con mezzi di privati. Ma, ripeto, questa cosa si sarebbe dovuta fare prima. Giannini non è mai venuto alla riunioni che abbiamo fatto nei mesi scorsi con l'Ufficio scolastico regionale, ma i suoi dirigenti sì, conoscevano benissimo tutta la situazione e non hanno mosso un dito. E ora la colpa sarebbe della scuola? No, non ci stiamo a queste accuse».
Come sindacato avete chiesto ad Emiliano di ritirare l'ordinanza di chiusura.
«Sì, perché secondo noi i ragazzi devono stare in classe e non a casa. Si vuole nascondere il problema, ma qui ci sono delle precise responsabilità. L'unica cosa che lamentano i dirigenti scolastici sono i trasporti, allora laddove sono riusciti ad accordarsi con turnazioni tutto è filato liscio, laddove, invece, questo non è avvenuto, e parlo della maggior parte delle zone, abbiamo le criticità legate ai mezzi. È troppo facile aver toppato sui trasporti e dire che la soluzione è la didattica a distanza. Questo significa un altro lockdown».
Cosa non vi convince della Dad?
«Tutto. Non funziona per niente e tutte le attività laboratoriali verrebbero meno».
 

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