Bray a Roma. Il caso più chiacchierato del momento è senza dubbio la possibile candidatura dell’ex ministro Massimo Bray, dato come possibile
L’ipotesi dell'ex ministro, direttore dell’Istituto Treccani e da poco nominato anche presidente dell’Accademia Nazionale di Danza, piace ai social (che hanno visto immediatamente volare l’hashtag #Braysindaco) e a quanto pare metterebbe insieme varie anime della sinistra dentro e fuori il Pd, oltre a pescare nell’opinione pubblica che non ha dimenticato la sua breve ma intensa parentesi ai Beni Culturali sotto il Governo Letta.
Com’era prevedibile la comparsa di Bray nella rosa dei candidati capitolini ha però già sollevato molti sospetti, legati alla sua vicinanza politica con Massimo D’Alema (che lo propose a Letta come ministro). Secondo le indiscrezioni circolate negli ultimi giorni, infatti, Bray sarebbe intenzionato a saltare le primarie e presentarsi con una lista civica, che affiancherebbe quella di Marino e che punterebbe - sostiene qualcuno - a ottenere anche l’appoggio di Stefano Fassina, candidato di Sel e dei tranfughi del Pd, cui si chiederebbe un passo indietro. Un simile scenario spacchetterebbe l’elettorato di centrosinistra della Capitale, già considerata un terreno difficile dallo stesso Matteo Renzi. Ma i segnali positivi nei confronti di Bray non mancano e Matteo Orfini qualche giorno fa ha definito l’ex ministro “perfettamente in grado” di fare il sindaco.
Alla domanda diretta su una sua possibile candidatura Bray risponde: «Non ho nulla da dire perché non ho ancora deciso». Ma che l’ex ministro sia combattuto è chiaro dai toni del suo ultimo post su Facebook: «Non ho mai fatto e mai farò scelte politiche per dividere. Non appartengo a correnti e non farei mai una scelta contro qualcuno». Poi però Bray si fa possibilista: «Ho imparato che fare politica deve essere la capacità di ascoltare i cittadini, credere nei valori e battersi per la difesa dei beni comuni. Sono grato a chi mi stima e mi vuole bene - prosegue l’ex ministro - e credo in una politica fondata sul rispetto e la lealtà. Il nostro Paese ha bisogno di essere apprezzato e non lacerato». Un messaggio che si presta a varie letture, insomma, ma che vede il suo borsino decisamente in rialzo.
Bedori a Milano. Più a Nord, invece, nubi si addensano sulla candidatura milanese di Patrizia Bedori, vincitrice delle “comunarie” che il Movimento 5 Stelle ha celebrato a novembre nel capoluogo lombardo per scegliere il candidato sindaco.
Martelloni a Bologna. L’ultimo nome salentino tirato in ballo dalle amministrative del 12 giugno è quello di Federico Martelloni. Il quarantenne leccese, docente di giurisprudenza dell’Alma Mater di Bologna e componente della presidenza nazionale di Sel, è considerato uno dei nomi in ballo per Coalizione civica, la creatura che aggrega la sinistra bolognese anti-Pd.
Roma, Milano, Bologna: tre salentini candidati sindaco, ma è una corsa a ostacoli
di Alessandra LUPO
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Giovedì 28 Gennaio 2016, 13:51 - Ultimo aggiornamento: 13:53
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