Berlusconi vuol far fuori i fittiani dalle liste delle regionali. E Fitto prova a stanarlo

Berlusconi vuol far fuori i fittiani dalle liste delle regionali. E Fitto prova a stanarlo
di Francesco G. GIOFFREDI
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Lunedì 16 Febbraio 2015, 13:24 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 15:45
La mossa è a tenaglia, per strozzare - politicamente parlando - il respiro a Raffaele Fitto e per ridurne gli spazi di manovra in Puglia. La “sua” Puglia, il fortino inespugnabile e la prima culla di consensi. La mossa è naturalmente orchestrata da Silvio Berlusconi: nei prossimi giorni Luigi Vitali sarà nominato coordinatore-commissario regionale di Forza Italia, e l’ex sottosegretario brindisino gestirà e stilerà in prima persona - e in stretto contatto con il leader azzurro - le liste regionali di Forza Italia a sostegno di Francesco Schittulli. In sostanza è un commissariamento per esautorare Fitto e impedirgli, come invece ha sempre fatto negli ultimi lustri, di mettere mano agli ingranaggi elettorali, selezionando o bocciando nomi. Insomma: detronizzarlo nel suo regno. Con scenari da vera e propria sfida all’ultimo sangue, perché a cascata tutti i fittiani verrebbero spodestati dal rango di candidati. Fuori dalle liste, e il veto varrebbe anche per i consiglieri uscenti. È una dichiarazione di guerra indirizzata all’ex ministro di Maglie, capofila dei dissidenti “ricostruttori” e grande tessitore della fronda anti-berlusconiana. Ma Fitto ha già in serbo la contromossa: gettare nella mischia la lista-movimento “Oltre”, che nascerà dalle ceneri del suo vecchio simbolo satellite “La Puglia prima di tutto”. Un progetto regionale, per ora. E la subordinata temporale è fondamentale, perché - in caso di definitivo strappo con Berlusconi - “Oltre” sarebbe il germoglio di un nuovo soggetto politico nazionale.



Mosse e contromosse. L’atmosfera è talmente rovente che l’ottica si inverte in modo radicale: a chi in Puglia s’interroga sulla possibilità e opportunità che dirigenti o consiglieri regionali forzisti possano candidarsi abbinati a un simbolo diverso (quello di “Oltre”), dagli ambienti berlusconiani controbattono in modo caustico. Del tipo: «Liberissimi di farlo. Ma in realtà bisogna capire se i fittiani potranno candidarsi in Forza Italia...». È il termometro che racconta qual è il clima: pessimo. Il messaggio, del resto, è chiaro: tutti e 50 i candidati pugliesi al Consiglio regionale nelle liste forziste saranno passati al radiografo, uno per uno, da Vitali e da Berlusconi. Concetto peraltro ribadito dal (fu) cavaliere nella riunione della scorsa settimana con i gruppi parlamentari. E Berlusconi setaccerà anche l’elenco dei consiglieri regionali uscenti: nulla è scontato. E tutti tremano, ancor più perché quasi sempre legati a doppio o triplo filo a Fitto. «Gli uscenti - spiegano i berlusconiani - potranno autonomamente decidere di candidarsi con la lista di Fitto, oppure se chiedono di stare in Forza Italia saranno fatte le dovute valutazioni».



La guida a Vitali. Intanto per la nomina di Vitali manca solo l’ufficialità: francavillese, più volte parlamentare ed ex sottosegretario alla Giustizia, di stretta osservanza berlusconiana, in gelidi rapporti con Fitto, negli ultimi mesi ha riallacciato i rapporti con il quartier generale nazionale dopo la mancata ricandidatura (anzi: dopo il no alla deroga alla regola del limite di mandati) in occasione delle politiche 2013. Poi Vitali si è lentamente riavvicinato a Berlusconi, che l’ha pure indicato come candidato forzista al Csm. Subentrerà alla guida del partito pugliese a Francesco Amoruso, senatore d’area Gasparri che recentemente non brillava certo per filo-fittismo. E Vitali, la scorsa settimana, era a palazzo Grazioli con Berlusconi quando è stata ufficializzata la candidatura a governatore di Schittulli. Ma Fitto intanto prova a glissare: «Vitali commissario in Puglia? Non sono contro nessuno in particolare. Sono contro il criterio delle nomine. Gli uffici e gli organismi politici del partito non hanno una legittimazione statutaria».



La battaglia. Lo scenario è allora da battaglia: le liste di Forza Italia e di “Oltre” si misureranno e peseranno in una competizione elettorale interna, all’ultima scheda. Anche per questo Fitto sta cooptando nella lista in cantiere i più rodati acchiappa-voti sul territorio, mobilitando gli eserciti: in rampa di lancio anche alcuni parlamentari, come i senatori Luigi D’Ambrosio Lettieri (a Bari) e Vittorio Zizza (a Brindisi). Il giorno dopo le elezioni regionali pugliesi l’occhio cadrà inevitabilmente sul risultato di Fi e di “Oltre”, e lo scarto tra le due liste inciderà decisivamente - in un modo o nell’altro - anche sugli equilibri nazionali del partito berlusconiano.



La replica. Dopo la pubblicazione della notizia su "Quotidiano", Fitto chiede al partito segnali e smentite, cercando di stanare Berlusconi: "Attendo una credibile e tempestiva smentita dal mio partito. Anche perché ci sono almeno due considerazioni da fare. La prima è che, sia sul piano politico che sul piano giuridico e statutario, è assolutamente impensabile che chicchessia pensi di poter estromettere amici e colleghi dalla prossima competizione elettorale. La seconda è che io non intendo presentare alcuna lista autonoma, ma sarò impegnato come sempre per il successo della lista di Forza Italia".
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