Dacca, tra le vittime due manager friulani. ​Erano a cena con altri 3 amici in una saletta riservata

Dacca, tra le vittime due manager friulani. Erano a cena con altri 3 amici in una saletta riservata
3 Minuti di Lettura
Venerdì 1 Luglio 2016, 19:22 - Ultimo aggiornamento: 2 Luglio, 19:11

La strage a Dacca in Bangladesh ha vittime friulane: accertato il 47enne, Cristian Rossi, di Feletto Umberto (Udine) ex manager  della grande catena Bernardi, che ora faceva il consulente per aziende italiane di abbigliamento. Ucciso anche il collega Marco Tondat, 39enne imprenditore nel settore tessile, di Cordovado (Pordenone).

 

Erano a cena nel locale teatro dell'assalto dei terroristi, l'Holey Artisan Bakery, con altriamici. Si trovavano in una saletta riservata del ristorante preso d'assalto dall'Isis. La famiglia del 47enne manager friulano è stata avvertita stanotte dalla Farnesina che il congiunto era fra gli ostaggi poi stamani la triste notizia: «E' fra le vittime dei terroristi». Il 47enne Rossi - padre di due gemelline di soli 3 anni - sarebbe dovuto ripartire per tornare in Italia giovedì, ma aveva telefonato per avvisare del ritardo nella partenza e della cena nel locale della strage che si trova nel quartiere diplomatico della capitale del Bangladesh. 

«Stiamo vivendo un dolore immenso», ha affermato Fabio Tondat, fratello di Marco. Marco Tondat era nato a Spilimbergo (Pordenone), ma viveva a Cordovado. «Ci eravamo sentiti ieri mattina - ha riferito il fratello - doveva rientrare in Italia per le ferie e abbiamo concordato alcune cose, lo aspettavo per lunedì. Era un bravo ragazzo, intraprendente e con tanta voglia di vivere». Il fratello di Tondat ha quindi detto che Marco «era partito un anno fa, perché in Italia ci sono molte difficoltà di lavoro e ha provato ad emigrare. A Dacca era supervisore di un'azienda tessile, sembrava felice di questa opportunità. A tutti voglio dire che quanto accaduto deve far riflettere: non è mancato per un incidente stradale. Non si può morire così a 39 anni».

«Viveva per la sua piccina», ha riferito una delle più care amiche di Tondat, spiegando perché l'uomo aveva accettato un incarico a lungo termine nel Paese asiatico. «La bambina, di soli cinque anni, era la luce dei suoi occhi - ha aggiunto la donna, che abita accanto alla casa della famiglia della vittima della strage di Dacca -. Restava lì per assicurarle un avvenire migliore: in Italia aveva lavorato come stagionale al mare, ma le risorse non erano sufficienti per un mantenimento degno della figlia, dopo che si era separato dalla moglie. Allora è partito. Ed era felice di fare questi sacrifici perché lei doveva avere il massimo dalla vita, parole sue».

© RIPRODUZIONE RISERVATA