Sangiuliano: «Antifascismo un valore ma sui regimi comunisti i dem si sono spaccati»

Il Ministro della cultura: «Nella Resistenza liberali, socialisti, monarchici e cattolici»

Sangiuliano: «Antifascismo un valore ma sui regimi comunisti i dem si sono spaccati»
Sangiuliano: «Antifascismo un valore ma sui regimi comunisti i dem si sono spaccati»
di Mario Ajello
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Martedì 23 Aprile 2024, 06:51 - Ultimo aggiornamento: 12:00

Ministro Sangiuliano, il 25 aprile si conferma purtroppo la festa più divisiva che ci sia nel calendario laico del nostro Paese. Non crede, perciò, che la Rai avrebbe dovuto muoversi con maggiore prudenza e professionalità sulla vicenda Scurati?
«Mi pare che Giorgia Meloni abbia detto parole definitive, chi è stato ostracizzato o censurato non chiederà mai censure per altri. Quando Scurati vinse il Premio Strega, nel 2019, io ero direttore del Tg2 e gli dedicammo ben due servizi, dal tono molto favorevole, di cui uno a firma di Adriano Monti Buzzetti, a seguire mandammo in onda un'intervista allo scrittore. Pochi hanno avuto un trattamento così generoso. Secondo me, che non decido nulla al riguardo, Scurati deve poter andare in Rai e parlare liberamente».

Non è stata una gaffe quella di legare il no a Scurati a un fatto di risparmi e di presunta esosità dell'ingaggio?
«Quella economica è un'altra questione, di cui non conosco i dettagli. Quando spesso osservo che si fanno film con contributi pubblici e compensi milionari ai registi che si risolvono in giganteschi flop, non discuto della libertà artistica dei registi ma dell'uso corretto dei soldi degli italiani.

In un caso, sono stati impegnati ben 29 milioni per un film di cui 9 di contributi pubblici che è stato visto da pochissimi spettatori. Se dico che l'Usigrai deve ancora chiarire la vicenda dei centomila euro scomparsi dalle casse (c'erano anche le quote pagate da me) non sto attaccando la libertà di stampa».

Lei giovedì come festeggerà il 25 aprile?
«L'anno scorso l'ho celebrato nella mia città, a Napoli, deponendo una corona sia al sacrario militare di Posillipo che al monumento dedicato al carabiniere Salvo D'Acquisto. Nei due appuntamenti ero con il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. Quest'anno andrò al Museo Storico della Liberazione di via Tasso a Roma, luogo simbolo, dove incontrerò il nuovo presidente, da me nominato, il professor Roberto Balzani, storico di valore che stimo (ndr: Balzani è l'ex sindaco Pd di Forlì)».

Il ministero della Cultura non ha pensato a iniziative particolari, non ha promosso o patrocinato sulla Librazione una mostra sul modello di quella, in favore della conciliazione delle memorie, appena inaugurata su Giovanni Gentile o come quella in preparazione su Antonio Gramsci?
«Intanto, c'è un'iniziativa molto importante. Per mia decisione, il 25 aprile i musei statali sono gratuiti, prima non era così. Alle domeniche gratuite nei musei, abbiamo aggiunto il 25 aprile, il 2 giugno e il 4 novembre. Date fondamentali della storia nazionale. Non è un fatto formale ma un gesto sostanziale che conferisce un alto valore a questa ricorrenza».

L'antifascismo è un valore oppure no?
«L'antifascismo, che è certamente un valore, è stato monopolizzato dai comunisti e ora dai neo-comunisti. La Resistenza non fu fatta solo dai comunisti, che ne erano una minoranza, bensì dagli azionisti di Giustizia e Libertà, dai repubblicani delle Brigate Mazzini, dai socialisti delle Brigate Matteotti, dai monarchici, dai liberali, dai cattolici delle Fiamme Verdi e dalle Brigate Osoppo. Di recente ho ricordato che la maggioranza del CLN, fatta eccezione dei comunisti, si dissociò dall'assassinio di Gentile e dobbiamo ricordare quello che avvenne a Porzus dove i partigiani della Osoppo, purtroppo anche il fratello di Pasolini, furono massacrati da quelli comunisti. Il leader dei comunisti era Togliatti che già aveva collaborato all'eliminazione degli anarchici in Spagna e alla liquidazione dei vertici dei comunisti polacchi. In Europa, la lotta al nazifascismo l'hanno guidata due uomini di destra, Winston Churchill e Charles de Gaulle, e la Liberazione in Italia ha avuto l'apporto decisivo degli alleati: americani, inglesi, francesi, polacchi. Molti esponenti del Pci, soprattutto intellettuali, non tutti in verità, attesero l'arrivo degli alleati per dichiararsi antifascisti, mentre erano stati comodamente nei Guf e in altre organizzazioni fasciste. Le ricordo che furono solo 12 gli accademici che si rifiutarono di giurare fedeltà al fascismo».

Dopo la morte della patria nel 43, così la definiscono molti storici, la Liberazione del 45 non è stato il momento della rinascita della nazione?
«"Dire senso di nazionalità, significa dire senso di individualità storica. Si giunge al principio di nazione in quanto si giunge ad affermare il principio di individualità, cioè ad affermare, contro tendenze generalizzatrici ed universalizzanti, il principio del particolare, del singolo". Questa bella definizione dell'idea di nazione, che condivido e sottoscrivo, è dello storico Federico Chabod, partigiano membro del Cln».

A sinistra si rifiuta ogni paragone tra comunismo e nazismo. Giusto o sbagliato?
«Il 19 settembre del 2019, il Parlamento europeo ha approvato con 535 voti a favore una risoluzione nella quale si enuncia, a chiare lettere, una netta condanna tanto del nazismo quanto del comunismo. Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia hanno votato il documento, esprimendosi dunque contro il nazifascismo e il comunismo; il Pd si è spaccato: la maggioranza ha votato a favore, una parte si è dissociata. Renew Europe, il gruppo che si richiama al presidente Macron, ha votato a favore. Questo voto, per certi versi storico, ha avuto scarso rilievo nei media italiani, mentre ha goduto di uno spazio accettabile nel resto d'Europa. È importante leggere la risoluzione: "L'integrazione europea è stata una risposta alle sofferenze inflitte da due guerre mondiali e dalla tirannia nazista, che ha portato all'Olocausto, e all'espansione dei regimi comunisti totalitari e antidemocratici nell'Europa centrale e orientale". Dunque, l'Europa nasce come risposta alle due barbarie, del nazifascismo e del comunismo. Nella parte conclusiva, la risoluzione esprime inquietudine per l'uso continuato di simboli di regimi totalitari nella sfera pubblica e a fini commerciali e ricorda che alcuni Stati europei hanno vietato l'uso di simboli sia nazisti che comunisti».

Sta ricordando questo passaggio, effettivamente importante, dell'attività del Parlamento europeo per dire che cosa?
«Per dire che io partecipo al 25 aprile, così come mi sono recato alle Fosse Ardeatine per l'ottantesimo anniversario della strage e come sono stato il 13 aprile scorso sulla tomba di Rolando Rivi, il seminarista di appena 14 anni, trucidato dai partigiani in Emilia, solo perché cattolico. È stato beatificato da Papa Francesco che lo ha dichiarato "martire". C'è una verità giudiziaria su questa vicenda: una sentenza condannò due partigiani. Aspetto che l'Anpi venga con me a commemorare il piccolo Rolando».

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