Un salto di qualità dopo tre anni
di grande lavoro

Un salto di qualità dopo tre anni di grande lavoro
di Giovanni CAMARDA
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Sabato 27 Gennaio 2018, 13:53
Il presente e il futuro. Da quando la società guidata da Saverio Sticchi Damiani ha liquidato la vecchia proprietà, ogni progetto, ogni operazione, ogni singolo intervento è stato pensato e programmato con un occhio alla quotidianità e tutt’e due rivolti alla prospettiva del Lecce.
L’ultima conferma di questo modus operandi - assolutamente estraneo ai canoni del calcio di serie C - è arrivata con l’ufficializzazione dell’ingresso nella compagine azionaria dell’ex banchiere de Picciotto, nome sconosciuto all’ambiente ma molto noto nel mondo finanziario di mezza Europa. Un investitore importante, con il pallino del business, già radicato nel territorio pugliese e salentino. Non uno dei tanti sceicchi che d’estate riempiono solitamente le home di tanti siti dalle esclusive farlocche, ma un uomo di grande affidabilità, perfettamente a proprio agio quindi con la managerialità equilibrata e seria di una società modello.
Un piccolo miracolo che ha il suo frontman in Sticchi Damiani, eccellente tessitore di alleanze, come dimostra l’armonia che da quasi tre anni regna tra i soci, tutti coinvolti indipendentemente dal ruolo, dalla carica e dalla visibilità e tutti cocciutamente convinti di poter riportare in alto il Lecce, passo dopo passo, sacrificio dopo sacrificio, vittoria dopo vittoria.
Non è passato nemmeno troppo tempo dal loro ingresso nel mondo del calcio, ma sembra un secolo rispetto ai tempi bui dei proclami un tanto al chilo, delle piazzate in conferenza stampa, dei palloni sgonfi e, più in generale, rispetto ad un modo di fare calcio naïf, da bar dello sport. Il merito di questa rivoluzione culturale - prima che sportiva - va riconosciuto a persone perbene che sono l’esatto contrario di certa fauna abituata a popolare l’ambiente, dispensando illusioni e fallimenti di qua e di là.
L’ultimo tassello inserito nel mosaico consente al Lecce di compiere un nuovo salto di qualità, elevando ambizioni che sono cresciute gradatamente, come è corretto che sia, e che oggi sembrano essere suffragate dai risultati, dalle prestazioni e da un consolidamento societario che può avvicinare il calcio giallorosso alle sue fasi più felici, quella con Jurlano e Cataldo e quella con Semeraro. Con i primi due, questa società ha in comune la popolarità, nel senso proprio di feeling con la massa dei tifosi, e il radicamento nel territorio; al terzo, invece, il Lecce comincia ad avvicinarsi per una solidità strutturale e finanziaria favorita dal 15% di quote affidate a de Picciotto.
Non è lui, evidentemente, che segnerà i gol decisivi per la serie B. Tuttavia la presenza di un socio del suo livello illumina una marcia finora già molto spedita, rassicurando ulteriormente sulla determinazione della società nel raggiungere l’obiettivo, e non solo quello immediato.
Al di là della simpatia, della conterraneità e delle riconosciute doti diplomatiche di Sticchi Damiani, non erano in molti tre anni fa a dare a questa compagine la fiducia che invece ha dimostrato di meritarsi con i fatti. Può essere che adesso anche gli scettici della prima ora (quelli che sentenziavano: non hanno i soldi, non hanno le competenze) si mettano l’anima in pace restituendo al Lecce il calore, la fiducia e il sostegno di cui questo straordinario percorso ha bisogno.
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