La Banca d'Italia e le parole del governatore Visco: per l'Ue un'occasione da non sprecare

La Banca d'Italia e le parole del governatore Visco: per l'Ue un'occasione da non sprecare
di Giorgio LA MALFA
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Martedì 1 Giugno 2021, 05:00

Nelle Considerazioni Finali lette ieri dal governatore della Banca d’Italia vi sono previsioni ottimistiche circa l’andamento dell’economia italiana nei prossimi mesi. Dopo la grande flessione del reddito nazionale di quasi dieci punti nel 2020 e i timori e le incertezze che attanagliano la società italiana, questa è sicuramente una buona notizia per le imprese, per i lavoratori e per le famiglie.

I dati della Banca d’Italia indicano che la ripresa è ormai avviata e il peggio sembra essere alle nostre spalle: “L’attività produttiva si sta ora rafforzando” ha detto Ignazio Visco. E ha aggiunto: “Nel corso dei prossimi mesi, con il prosieguo della campagna vaccinale, vi potrà essere un’accelerazione della ripresa. Secondo le nostre indagini più recenti, le imprese già pianificano un deciso aumento degli investimenti; le famiglie appaiono più caute, ma con la normalizzazione della situazione sanitaria e la riduzione dell’incertezza l’elevato risparmio accumulato potrebbe gradualmente tradursi in maggiori consumi. Nella media dell’anno l’espansione del Pil potrebbe superare il 4 per cento”.

L'evoluzione della congiuntura

Dunque, la Banca d’Italia prevede una evoluzione favorevole della congiuntura quest’anno ed anche nel prossimo. Quanto al tempo successivo, le Considerazioni Finali non fanno previsioni. Si limitano ad esaminare le circostanze e i fattori obiettivi. Nel complesso prevalgono gli elementi positivi. Negli anni successivi la ripresa potrebbe continuare e consolidarsi, perché l’economia mondiale e il commercio internazionale sono in crescita, le condizioni monetarie resteranno complessivamente favorevoli e non si intravedono pericoli di instabilità derivanti da una ripresa dell’inflazione. Quanto all’Europa in risposta alla crisi vi è stato il sostegno monetario della Bce e soprattutto è sorto il Next Generation EU che ci mette a disposizione un volume ingente di risorse da dedicare agli investimenti.

Si tratta quindi di grandi potenzialità positive che possono trasformarsi in una crescita effettiva e sostanziosa a patto però che l’Italia sappia fare la sua parte. Dipenderà da noi farne buon uso: “Prima della pandemia la spesa pubblica al netto degli interessi ammontava in Italia al 45 per cento del Pil. L’efficienza nell’uso di risorse così ingenti e la capacità di reperirle con gli strumenti meno distorsivi contribuiscono a determinare il potenziale di crescita del Paese. Sono ampi i margini di miglioramento: nella qualità delle infrastrutture e dei servizi pubblici; nella distribuzione del prelievo fiscale, resa iniqua da ampi fenomeni di evasione ed elusione; nell’efficacia della rete di protezione sociale, frammentata dalla stratificazione degli interventi normativi”.

E ancora, parlando del piano italiano di utilizzazione dei fondi del Next Generation EU, la Banca d’Italia scrive che “L’impatto degli effetti di domanda, tenuto conto dello stimolo all’accumulazione privata attivato dalle complementarità con il capitale pubblico, potrà portare a un aumento del livello del Pil tra i 3 e i 4 punti percentuali entro il 2026. Significativi effetti aggiuntivi, fino a 6 punti in un decennio, potranno derivare dalle riforme e dai piani di incentivo alla ricerca e all’innovazione. Nel complesso, un piano efficacemente eseguito, nella realizzazione degli investimenti come nell’attuazione delle riforme, potrebbe elevare la crescita potenziale annua dell’economia italiana di poco meno di un punto percentuale nella media del prossimo decennio, consentendo di tornare a tassi di incremento del prodotto che la nostra economia non consegue da anni”.

Non è più il tempo di moniti e appelli

Dunque ci sarebbero, come suggeriscono le parole del governatore, le condizioni per uscire finalmente dalla lunga stagnazione che l’Italia ha subito negli ultimi venti anni. Ma gli atti concreti e conseguenti spetteranno al governo e la risposta finale misurerà la capacità delle forze politiche di riportare l’Italia su un sentiero smarrito da troppi anni. In altre occasioni le Considerazioni Finali rivolgevano moniti alle forze sociali o appelli ai governi. Nelle Considerazioni Finali di quest’anno non vi sono né moniti, né appelli. La Banca d’Italia sembra dire che non è più il tempo di moniti e appelli.

Perché ormai tutti dovrebbero avere compreso quali sono i problemi e quali le risposte necessarie.

Si vedrà se i partiti, i cui errori hanno imposto l’attuale soluzione politica, saranno in grado di collaborare fra loro per consentire quella svolta che è necessaria e finalmente possibile. Si vedrà se il governo avrà la volontà di durare per il tempo necessario a mutare effettivamente le cose. Si tratta di comprendere fino in fondo l’occasione che ci offre l’Europa, quell’Europa che nelle parole di un grande intellettuale meridionale come fu Gaetano Filangieri è “sede della tranquillità e della ragione”. Il senso di questa citazione, con cui Visco conclude le Considerazioni finali, è un appello a far sì che l’Italia torni a stare al passo con questa Europa ideale.
 

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