Ospedali, a Roma 75 licenziamenti
e sciopero della fame: igiene a rischio

Ospedali, a Roma 75 licenziamenti e sciopero della fame: igiene a rischio
di Lorena Loiacono
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Mercoledì 13 Aprile 2016, 09:43
Dagli stipendi che saltano al licenziamento, il passo è stato breve e decisamente allarmante. A rischio l’igiene negli ospedali. Prosegue la protesta infinita degli addetti alle pulizie di grandi ospedali come il Cto, il Sant’Eugenio e il Grassi di Ostia che ora tentano il tutto per tutto con uno sciopero della fame a oltranza

 La triste vicenda dei lavoratori della Ma.ca. Srl ha inizio quando, mesi fa, lo stipendio iniziò ad arrivare a singhiozzo, con forti ritardi e le proteste fuori dagli ospedali si facevano sentire con striscioni e sit-in. La Asl Rm 2, ex asl Rm C, ha richiesto indietro alla società in appalto delle somme già elargite e ritenute in più. Ne è nato un contenzioso senza fine tanto che, lo scorso 8 aprile, dopo mesi di trattative andate a vuoto la Regione Lazio ha dovuto dichiarare chiuso il tentativo di conciliazione.

E allora, oggi, la situazione è degenerata e sta sfociando in un vero e proprio allarme, anche sanitario visto che i posti di lavoro persi si faranno sentire in termini di igiene nelle corsie degli ospedali. Da ieri infatti stanno arrivando le lettere di licenziamento collettivo per presunti esuberi. Tra i 240 dipendenti della Ma.ca. Srl ce ne sono ben 75 destinatari di una lettera di licenziamento: i primi 15 malcapitati hanno già ricevuto la notifica e ieri, in difesa del loro posto di lavoro, erano in presidio al Cto. «Non lo facciamo per noi – assicuravano con la voce strozzata – ma peri nostri colleghi che ancora possono sperare di salvaguardare il loro posto e le loro famiglie».

I tre ospedali romani perderanno quindi un terzo della forza lavoro addetta alle pulizie. E non solo. I lavoratori dovranno risarcire di tasca loro la ditta appaltatrice, anche se li sta licenziando. «Si consuma la tragedia di 75 persone con relative famiglia – denuncia Andrea Catarci, presidente del municipio 7 - con stipendi variabili da 900 a 1.200 euro mensili, che ora vivono nell’incubo di ricevere la lettera di licenziamento. Non contenta la Maca ha anche inviato a lavoratrici e lavoratori delle lettere con cui intima di restituire alla società 11.800 euro cadauno degli stipendi pregressi, conferiti ovviamente in linea col contratto nazionale delle pulizie, per far pagare a loro il rischio d’impresa e le somme da restituire alla Asl».
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