«Sappiamo chi sono i responsabili e andiamo a prenderli». A febbraio, quando Putin annunciava l'inizio dell'operazione speciale in Ucraina, puntava anche quelli che secondo il Cremlino erano i responsabili della strage di Odessa, il 2 maggio 2014. Quel giorno, esattamente otto anni fa, quasi 50 persone perdevano la vita negli scontri tra filo-russi e ucraini. Per la Russia, una carneficina da imputare a Kiev. Eppure i responsabili non sono mai stati accertati. Da quel giorno i rapporti tra i due Paesi si sono incrinati definitivamente.
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Cosa è successo il 2 maggio 2014
La data simbolo, passa per uno dei momenti chiave che ha portato alla guerra a cui stiamo assistendo oggi.
Il clou di quel giorno di massacri si svolse attorno alla Casa dei Sindacati, dove gli attivisti filo-russi si erano riparati per scappare agli attacchi. Fuori ci fu un vero e proprio assedio, guidato dai gruppi neo-nazisti Azov, i veri colpevoli della strage secondo Mosca. Nella ricostruzione dei fatti, è stato accertato che da fuori furono lanciate bottiglie incendiarie, che provocarono un incendio. Ma la causa del rogo, che ha poi provocato la morte di 48 persone circa (quasi tutti filo-russi), non è mai stata accertata. Le due parti si puntano il dito a vicenda. Per gli ucraini, l'incendio partì accidentalmente dall'interno della sede sindacale mentre la colpa della strage era da addossare ai manifestanti pro-Mosca.
Odessa oggi
Proprio per la ricorrenza speciale, l'attenzione su Odessa oggi è stata altissima. In città sono stati arrestati «12 sabotatori russi» che «stavano preparando attacchi in città». Lo riferiscono le autorità locali spiegando che «durante la perquisizione sono stati trovati armi ed esplosivi» in grande quantità. Il loro obiettivo, riferiscono le autorità regionali, era anche quello di incitare la popolazione di Odessa alla rivolta. A sera, un bombardamento missilistico russo ha provocato morti e feriti. Secondo Interfax Ucraina sarebbe stato colpito un edificio religioso.