La petizione di Change.org chiede che quei fondi siano spesi per sostenere i vigili del fuoco volontari e gli agricoltori messi in ginocchio da fuoco, fumo e siccità. Un'emergenza alla quale non si riesce a venire a capo, per l'entità disastrosa dei fronti di fuoco, foraggiati da un caldo record, perennemente oltre i 40 gradi, da forti venti secchi e da una siccità che non dà tregua da mesi, interrotta solo da occasionali temporali, in cui il danno causato dai fulmini supera di gran lunga il sollievo di un po' di pioggia.
In questi giorni l'emergenza è nello stato di South Australia, dove nella regione di East Gippsland, a ovest di Adelaide, tre fronti giganteschi hanno già inghiottito 130.000 ettari e l'area a rischio è stata valutata in circa 15.000 km quadrati. E dove oltre 30.000 turisti sono invitati ad allontanarsi al più presto, perché le strade principali, le vie di fuga, potrebbero diventare inagibili in poche ore. Un'intera cittadina, Goonergah, circondata da un'antica foresta primaria che ora rischia di andare in fumo, è stata sgomberata. Il Falls Festival di Lorne, non lontano da Melbourne (Stato di Victoria) è stato cancellato. Gli incendi, soprattutto quelli giganteschi del New South Wales, che circondano Sydney e stanno distruggendo le foreste di eucalipti delle Blue Mountains, privano i koala del loro habitat e ne mettono in pericolo la sopravvivenza.
Tanto per fare dei paragoni, i terribili incendi che hanno imperversato nel 2018 in California hanno distrutto "soltanto" 1,8 milioni di ettari e quelli di quest'anno in Amazzonia 900.000 ettari, contro i 3,5 milioni dell'Australia in quattro-cinque mesi.
Il numero di morti è relativamente basso (8 vittime in tutto) in confronto ai 173 del "venerdì nero" del 2009 nel solo stato di Victoria o al «mercoledì delle ceneri» che nel 1983 fece 75 vittime. Ma l'estensione dei fronti è una delle più grandi di sempre, mentre le oltre 800 case distrutte ne fanno il quarto incendio più grave in 100 anni, secondo l'istituto per le emergenze Risk Frontiers.