Moda, Elisa Wong: «Nel mio armadio i pattini “staccabili e riattacabili”, per arrivare ovunque»

L’attrice 26enne di origine cinese dopo le serie “Zero” e “The Net” tornerà in tv con “Doc 3”

Elisa Wong
Elisa Wong
di Veronica Timperi
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 26 Luglio 2023, 10:52 - Ultimo aggiornamento: 27 Luglio, 06:00

Fascino e mentalità internazionale, aperta al multiculturalismo, Elisa Wong, attrice 26enne di origine cinese, è una promessa della tv e del cinema italiano.

A colpire, la sua capacità di aprirsi agli altri e all’arte della recitazione. Figlia di uno dei massimi esponenti della cultura cinese in Italia, Marco Wong, oggi presidente onorario di Associna, Elisa si è laureata in Economia per intraprendere poi, in piena pandemia, il suo percorso artistico. L’abbiamo vista dapprima come modella in numerose campagne pubblicitarie (tra cui Gucci e Costa Crociere), per poi ritrovarla nella serie Netflix Zero, ma anche in The Net, serie in onda su Rai2, e Love Club serie disponibile su Prime video. Nel corso del 2023 tornerà in TV con le serie Doc 3 e Clandestino.

Elisa, qual è il suo rapporto con la moda?

«Non è stata sempre passione. Devo dire che il mio legame è sbocciato solo quando ho iniziato a posare e di conseguenza a seguire le modelle sui social, cercando di imparare la loro fluidità, le loro movenze ma soprattutto l’abilità di valorizzare e di dar vita ad un capo rendendolo proprio».

Come descriverebbe il suo armadio?

«Ad oggi il mio armadio è abbastanza ordinato, mi piace sistemare le cose per colore, per cui ho una sezione con capi bianchi, neri e poi misti, piegati secondo una logica ed armonia di gradazione di colore».

Fa mai decluttering?

«Assolutamente sì e ci sto ancora lavorando. Il mio obiettivo, oltre a fare decluttering, è quello di acquistare meno e quando è accessibile anche di seconda mano».

Quindi ha un approccio sostenibile?

«Sono diventata più consapevole e mi sto impegnando a fare di più. Vorrei infatti imparare anche a cucire e dare una nuova vita ai vecchi capi d’abbigliamento».

Si è mai regalata momenti di shopping sfrenato?

«Shopping sfrenato non direi, anche se ho avuto un periodo post adolescenziale in cui sono stata vittima dello shopping online: comodo e fin troppo accessibile».

Gli abiti secondo lei sono qualcosa che definiscono l’immagine o hanno il potere di lanciare dei messaggi?

«Nel nostro mestiere l’espressione “l’abito fa il monaco” ha sicuramente una rilevanza importante e le costumiste in questo hanno un compito importantissimo, dallo stile alla colour palette, alla scelta persino del calzino.

Oggi, e lo possiamo vedere anche dalle ultime collezioni degli stilisti, l’abito non è più un semplice indumento ma si colora di diverse espressioni, di messaggi e prese di posizione».

Qual è il suo stile?

«Direi che è molto vario, sempre in evoluzione, tendenzialmente comodo. Mi piace dar vita alle mie diverse ed infinite sfaccettature, sperimentando combinazioni e stili diversi, per cui oggi posso essere in un modo e domani l’opposto, ed è proprio questo il bello».

Che rapporto ha con il suo corpo?

«Ho imparato a conoscere il mio corpo solo dopo aver intrapreso il percorso artistico, quindi abbastanza tardi, e ho dovuto imparare a guardami allo specchio e accettarmi».

Quali sono i suoi must have?

«Maglietta oversize e felpa, perché il comfort viene prima di tutto. Poi la giacca di pelle che deve essere rigorosamente vintage, e gli stivaletti, perfetti per ogni situazione».

Ha un indumento che non indosserebbe mai?

«Le ballerine perché sono piattissime e scomodissime».

C’è uno stilista di cui ama lo stile?

«Ho adorato tantissimo il lavoro che ha fatto Law Roach con Zendaya, ogni outfit è stato perfetto».

Ha mai preso in prestito un indumento dall’armadio qualcun altro?

«L’armadio di mamma è un po’ come l’erba del vicino, è sempre più verde e bello essenzialmente. Faccio “shopping” nel suo guardaroba, ha sempre dei capi unici e vintage».

Se dovesse fare un acquisto folle prossimamente, quale sarà?

«I pattini “staccabili e riattacabili” di Flaneurz, per arrivare ovunque».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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