Specchia, uccisione di Noemi:
un altro indagato per omicidio

Specchia, uccisione di Noemi: un altro indagato per omicidio
di Erasmo MARINAZZO
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Giovedì 18 Gennaio 2018, 17:06
omicidio di Noemi Durini. Ieri pomeriggio i carabinieri del Nucleo investigativo hanno perquisito la casa di Patù di F.N., 49 anni, del posto, amico della 15enne di Specchia uccisa il 3 settembre e del fidanzato L.M., 18 anni, di Alessano, reoconfesso del delitto. Il decreto a firma del pubblico ministero della Procura di Lecce, Donatina Buffelli, riporta il nome di F.N. e le ipotesi di reato di omicidio volontario e di prostituzione minorile. Sequestrati i telefoni cellulari. E null’altro. Il 29 gennaio l’interrogatorio alla presenza dell’avvocato difensore Luca Puce. Per fare presto e capire se si possa sgombrare rapidamente il campo dalle nuove ombre gettate dalle ultime accuse che L.M. stavolta ha messo per iscritto.
Un atto dovuto dagli inquirenti, per quello che L.M. ha raccontato nella lettera consegnata il 3 gennaio ai poliziotti penitenziari dell’istituto penale per minori di Quartucciu (in provincia di Cagliari): una nuova ricostruzione dell’omicidio della fidanzata, la settima versione almeno. E se in una di questi racconti parlò di L.M. come l’uomo che custodiva la pistola con cui Noemi gli avrebbe chiesto di ammazzare i suoi genitori per mettere fine all’ostilità mostrata alla loro relazione, nella lettera colloca F.N. nel luogo e nei frangenti in cui sarebbe maturato l’omicidio della ragazza.
Va ricordato a questo proposito cosa dice la consulenza sulla capacità di intendere e di volere di L.M., nonché di stare in giudizio, riguardo le diverse ricostruzioni sulla scomparsa e la morte di Noemi:. La psicologa e psicoterapeuta Maria Grazia Felline e lo psichiatra psicoterapeuta Alessandro Zaffarano, nella perizia disposta dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i minorenni, Ada Colluto: «Proietta su altri intenzioni ed azioni nel concreto agite da lui». Ed ancora: «Ha compreso il disvalore e l’abnormità del gesto commesso. Proprio per tale ragione egli ha avuto la rapida e perseverante premura di allontanare da se’ ogni possibile sospetto. E, dopo la confessione, ha più volte disorientato gli interlocutori verso alterne versioni dei fatti che, per quanto goffe, sono state organizzate secondo rappresentazioni per lui giuridicamente più favorevoli».
L.M. ora ha alzato il tiro: ha scritto che l’amico comune F.N. era insieme a lui ed a Noemi all’alba del 3 settembre nella campagne fra Santa Maria di Leuca e Castrignano del Capo, in contrada San Giuseppe. Era lì per consegnare loro la pistola di cui aveva parlato nella confessione del 13 settembre, subito dopo aver fatto ritrovare la ragazza. Avrebbero litigato fino a degenerare nello scontro fisico: D.N. avrebbe ricattato Noemi per non diffondere dei video in cui sarebbe stata ritratta. Spuntato un coltello, F.N. avrebbe colpito Noemi alla testa. Il riferimento è alla ferita ed alla punta di coltello trovati durante l’autopsia. Nessun altro riscontro, per il momento.
Se ne stanno occupando le indagini che fino alla comparsa della lettera di L.M., avevano tenuto fuori F.N. dall’inchiesta per omicidio. Altra storia la prostituzione minorile. Tutto nasce da una delle esternazioni di L.M., quella in cui ha raccontato di F.N. come un uomo capace di offrire marijuana ai ragazzi ospitati nella sua casa per riprenderli mentre facevano sesso. Un’accusa, anche questa, valutata dalla perizia psichiatrica: L.M. non vedeva di buon occhio l’amicizia di Noemi con quell’adulto.
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