Salento più connesso e veloce ma nel Piano Fs resta l'interrogativo su Surbo

Salento più connesso e veloce ma nel Piano Fs resta l'interrogativo su Surbo
di Pierpaolo SPADA
4 Minuti di Lettura
Martedì 17 Maggio 2022, 07:47 - Ultimo aggiornamento: 20:23

Quattro ore da Lecce a Roma, 3 fino a Napoli e poco meno di 30 minuti per l'aeroporto di Brindisi. Treni elettrici e veloci anche nell'area interna, per collegare i comuni. Nuove stazioni e snodi logistici attrezzati e accessibili per merci e passeggeri provenienti da tutta Europa. Entro pochi anni, il Salento sarà così meno distante dal resto di Puglia e Italia e godrà, con la sperimentazione dell'idrogeno, anche della sua nuova Statale 275 Maglie-Leuca. Promesse? Sono gli obiettivi riposti dal Gruppo Ferrovie dello Stato nel Piano industriale 2022-2031 presentato ieri a Roma. Un programma virtuoso che riserva alla Puglia investimenti per 10 miliardi di euro.

Quattro poli di business

Quattro poli di business - infrastrutture, passeggeri, logistica e urbano - per altrettanti fattori abilitanti: innovazione tecnologica, digitalizzazione, connettività e valorizzazione delle persone del gruppo. Due opere infrastrutturali premettono riposizionamento anche al Salento: la velocizzazione della linea Adriatica Lecce-Bologna (connessa ai porti di Brindisi e Taranto) e l'alta velocità/alta capacità Napoli-Bari.

Consentendo ai treni di raggiungere i 200 Km/h, la prima farà risparmiare un'ora a chi viaggerà tra Lecce e Bologna. E ciò grazie anche a quattro nuovi apparati centrali computerizzati multistazione-ACCM nelle stazioni di Lecce, Brindisi, Bari e Foggia che aggregheranno i sistemi di controllo della circolazione mettendoli in contatto tra loro.

Lecce-Bari come un unico apparato

La tratta Lecce-Bari diventerà così un unico apparato/stazione lungo 150 km e per percorrerla basteranno 60 minuti, il doppio rispetto a quanti ne occorreranno, dal 2026, per fare su e giù tra la stazione di Lecce e l'aeroporto di Brindisi. L'accennata riduzione dei tempi tra Lecce, Roma e Napoli è prevista, invece, nel 2027, al termine dei lavori per l'Av/Ac Napoli-Bari: un'opera pensata per ripopolare e restituire sviluppo al Mezzogiorno, con effetto diretto anche sul Salento che, dal 2024, dovrebbe beneficiare anche dell'elettrificazione della linea Gagliano del Capo-Martina Franca (Ferrovie Sud Est): maggiore velocità, sicurezza e sostenibilità per connettere la dorsale salentina alla rete nazionale.
Parallela, viaggerà la riqualificazione delle stazioni di Fs. Innalzamento marciapiedi, installazione ascensori, ammodernamento sistema informativo e spazi di attesa sono programmati anche nella stazione di Lecce. Per conto di Fse, analogamente, si procederà a Otranto, Gallipoli, Casarano, Novoli, Maglie, Tricase e Zollino. Ma non solo binari.

Anche le strade nel piano

Del Piano fanno parte anche le strade, perché Fs è partecipata da Anas, società alla quale il governo ha affidato il commissariamento della Statale 275, da tre anni oggetto d'esame della commissione Via. «Anas realizzerà la Maglie-Leuca e - si legge - procederà alla riqualificazione della Ss Bari-Lecce». Allo sviluppo del polo passeggeri contribuirà, invece, Fse con «il rinnovo delle flotte di treni e bus previo acquisto di 36 treni elettrici e 438 bus, più 9 treni e 27 bus a idrogeno che circoleranno, dal 2026, nel bacino di Gallipoli», svolta impressa dal Pnrr. La riqualificazione degli spazi esterni della stazione di Lecce (con abbattimento delle barriere architettoniche e rifunzionalizzazione di alcune spazi da destinare a servizi) è l'unico intervento che riguardi il Salento nell'ambito del polo urbano. Quanto a quello della logistica, infine, Fs fa leva nel suo Piano sull'inclusione nel Corridoio Ten-T Scandinavia-Mediterraneo della linea Adriatica (fino a Bari) e della linea Bari-Taranto-Gioia Tauro per affermare che «una serie di fermate/stazioni presenti sulla linea Adriatica sono state ammodernate con binari lunghi 750 metri per renderle più attrattive dal punto di vista commerciale». Tale ammodernamento avrebbe interessato, con la stazione di Squinzano, anche lo Scalo di Surbo che, però, a fine 2021 Rfi non è riuscita a vendere, lasciando aperto un enorme interrogativo, fin qui, non colmato nemmeno dalla conferma - intanto pervenuta - dello stanziamento di 7 milioni di euro in quota Pnrr riservati al rilancio della piattaforma logistica in disuso dal 2009.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA