Porto Cesareo, la rete che fa scuola: «Biodegradabile, i clienti ci premiano»

Porto Cesareo, la rete che fa scuola: «Biodegradabile, i clienti ci premiano»
di Paola ANCORA
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Mercoledì 24 Luglio 2019, 08:31
L'abusivismo, il depuratore che non c'è e chi più ne ha più ne metta: Porto Cesareo, la perla ionica finita più e più volte in cima alle nere classifiche degli ambientalisti (così come a quelle dedicate alle mete preferite dai turisti), si riabilita. Di più. Sale in cattedra. E indica la strada al Salento intero, ancora lontano dall'applicare l'ordinanza regionale che vieta l'utilizzo della plastica monouso sulle spiagge, attrezzate o libere che siano.
Porto Cesareo ha persino giocato d'anticipo: il sindaco Salvatore Albano è stato l'unico a fare propria la direttiva regionale di aprile e, a maggio, a varare un'ordinanza che vieta l'uso della plastica monouso lungo il litorale.

Le imprese del settore hanno tempo fino all'1 agosto per adeguarvisi, prima che scattino i controlli e le sanzioni, variabili dai 25 ai 500 euro. Ma cinque stabilimenti balneari hanno già fatto proprie le misure salva ambiente, mettendosi insieme - caso raro nel Salento dei campanili -, anche per abbattere i costi.
Si tratta dei lidi Le Dune, Bacino Grande, Hookipa, lido Max e Tabù. Entrando, campeggia il cartello: «Si avvisa la gentile clientela che da Pasqua 2019 in questo esercizio tutti i bicchieri, i piatti e le posate in plastica sono stati sostituiti con altrettanti in bioplastica e polpa di cellulosa, materiali di origine naturale e completamente biodegradabili. Le bottiglie di plastica sono in bio-Pet, 100% riciclabile. E per permettere la somministrazione in spiaggia, abbiamo aumentato le bevande in formato lattina». Un messaggio che i clienti hanno accolto con crescente entusiasmo.

«Ci chiedono spesso perché non lo abbiamo fatto prima - spiega Alessandro Grandioso, fra i titolari de Le Dune - e ci arrivano continuamente ottimi riscontri. L'idea, insieme ai colleghi degli altri lidi, ci è venuta lo scorso aprile. Mettendoci insieme siamo riusciti a contenere i costi: le forniture di materiali biodegradabili costano ancora molto più della plastica».
Costi contenuti, dunque, ma comunque «in aumento» dice Luigi Marzano, proprietario del Bacino Grande. «Cerchiamo di usare il vetro al bar e devo dire che gli avventori sono entusiasti. Il nostro problema, oggi, sono i fornitori: la Puglia è stata la prima regione a varare misure plastic free, ma le imprese faticano a produrre la quantità di materiali che ci serve». Così, alcune di esse hanno già fatto sapere «che dopo il 10, il 15 di agosto potrebbero avere difficoltà a soddisfare i nostri ordini, speriamo bene» prosegue Marzano.
Parliamo di bicchieri, posate, piatti, sacchetti da asporto, bottiglie «per le quali, ora che sono compostabili - aggiunge Marzano - abbiamo evitato i piccoli formati, a favore di quelli da un litro». Così facendo non solo si migliora il tipo di rifiuto prodotto, ma se ne riduce anche la quantità: una sfida nella sfida che le imprese cesarine hanno fatto propria senza troppi clamori e bruciando sul tempo i colleghi delle altre marine e le istituzioni pubbliche. «Sa com'è - conclude Marzano - siamo sul territorio da 50 anni, cerchiamo di fare la nostra parte». Per il futuro del mare.
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