Porta a porta, Monteco fa muro: «Sette milioni in più non bastano»

Porta a porta, Monteco fa muro: «Sette milioni in più non bastano»
di Paola ANCORA
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Mercoledì 4 Settembre 2019, 09:03 - Ultimo aggiornamento: 12:18
Sette milioni e mezzo in più per i prossimi cinque anni non bastano, non sono sufficienti a coprire i costi relativi all'estensione e alla modifica dei servizi di raccolta dei rifiuti e spazzamento delle strade contenuti nella delibera del quinto d'obbligo approvata due mesi fa dalla Giunta Salvemini. Almeno secondo Monteco, la titolare dell'appalto nel capoluogo.
Per questo, l'azienda della famiglia Montinaro - che, contattata, ha scelto di non commentare la notizia - ha detto no all'amministrazione, sollevando in una missiva indirizzata al primo cittadino e all'assessore al ramo, Angela Valli, più di qualche dubbio e rilievo circa il progetto di ampliamento del capitolato redatto dall'allora dirigente all'Ambiente, Fernando Bonocuore (oggi al Traffico) insieme al consulente Paolo Suppressa. Per Monteco, modificare il servizio porta a porta nelle marine, moltiplicare i turni di spazzamento in alcuni quartieri e portare i servizi nelle zone e nei rioni dimenticati dalla prima stesura del capitolato d'appalto, costerebbe molto più che sette milioni e mezzo.

Quanto? Non è dato sapere: sul carteggio intercorso fra Comune e impresa e sul lavoro dei periti dell'ente, ancora in corso, vige il più stretto riserbo, ma un primo risultato di questo braccio di ferro è certamente lo slittamento dell'avvio dei servizi previsti da Palazzo Carafa almeno fino allo sblocco della trattativa. Salvemini, e con lui Valli, avevano garantito l'operatività della delibera sul quinto d'obbligo «fra settembre e ottobre», ma l'opposizione di Monteco potrebbe costringere ad aspettare qualche settimana in più.
Con il cosiddetto quinto d'obbligo - in base al quale «la stazione appaltante può ordinare una variazione dei lavori fino alla concorrenza di un quinto dell'importo dell'appalto» senza che l'esecutore, in questo caso Monteco, abbia diritto «ad alcuna indennità ad eccezione del corrispettivo relativo a nuovi lavori» - il capitolato d'appalto per la raccolta differenziata e la pulizia della città conoscerebbe quattro sostanziali modifiche.

La prima riguarda l'eliminazione della raccolta di prossimità, sostituita da quella domiciliare in tutto il territorio comunale, comprese zona industriale, marine e case sparse. Allo stesso tempo «l'eliminazione di qualsivoglia contenitore stradale dovrebbe dissuadere dal reiterarsi del fenomeno di deposito incontrollato di ogni sorta di rifiuto».
Seconda modifica: ci saranno 8 zone e 23 aree a verde in più da spazzare con il sistema meccanico (in totale, dunque, saranno 38), corrispondenti a circa 51 chilometri lineari. Sarò previsto, per esempio, lo spazzamento di via vecchia Copertino, via Cremona, l'area commerciale del City Moda; il piazzale dello Stadio, zona Cicalella, l'area Ipercoop, il comparto 38, Villa Convento, il piazzale del Mercato Multietnico, la pista di via Machiavelli, via Cicolella, il nuovo comparto 28. Fra le aree verdi finora escluse dal servizio e che sono invece previste nella variante predisposta dalla Giunta Salvemini ci sono, fra le altre, il parco intitolato a Simone Renda, Parco Tafuro, Parco Balsamo, Parco dei Colori, parco Robert Powell, Parco Corvaglia, viale dell'Università, Porta Rudiae, piazza Italia, Trax Road, piazzale Ferrara e piazza San Sabino, piazza San Massimiliano Kolbe.
Con la modifica contrattuale aumenterebbe anche la frequenza dei turni di pulizia su tutto il territorio, passando dagli attuali 26 a 51 turni settimanali per una spesa totale aggiuntiva di 572.930 euro annui.

Come andrà a finire? Se Monteco rifiutasse di adeguarsi alle richieste del Comune, quest'ultimo potrebbe arrivare persino a rescindere il contratto, ma non si è ancora a questo punto. La trattativa prosegue.
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