Nuovo ospedale fra Maglie e Melpignano, giallo sulla localizzazione. E i sindaci contestano Emiliano

Nuovo ospedale fra Maglie e Melpignano, giallo sulla localizzazione. E i sindaci contestano Emiliano
di Paola ANCORA
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Domenica 21 Febbraio 2016, 07:08 - Ultimo aggiornamento: 11:23
Nuovo ospedale “del Sud Salento”, la Regione si sfila. E i sindaci insorgono, promettendo battaglia e accusando gli uffici regionali di una condotta «sospetta», «inaccettabile», «attendista», «eccentrica e priva di apparente giustificazione sostanziale», quando non «preordinata a rimettere in discussione l’intera attività istruttoria» per l’avvio del progetto di realizzazione di un nuovo grande ospedale fra Maglie e Melpignano.
Gli interessi in gioco, ora che la Regione e il presidente Michele Emiliano si preparano a rimettere mano ai tagli delle strutture sanitarie sul territorio, sono altissimi. Per questo, il j’accuse dei sindaci Ivan Stomeo, di Melpignano, ed Ernesto Toma, di Maglie, è stato messo nero su bianco in una lettera del 15 febbraio scorso indirizzata al direttore del dipartimento Promozione della Salute, Giovanni Gorgoni, al capo di Gabinetto e al segretario generale della presidenza regionale e al direttore generale della Asl di Lecce.

Una lettera nella quale i due sindaci replicano proprio a Gorgoni, che il 29 dicembre scorso scriveva dell'«indeterminatezza dei tempi d’accesso ai finanziamenti», dell’assenza di «studi di fattibilità con l’esatta individuazione dell’area» per la costruzione dell’ospedale e della mancanza di «progetti redatti dalla Regione o richiesti alla Asl», sconfessando, nei fatti, le diverse Conferenze dei servizi e dei sindaci tenutesi in questi mesi. L’ultima, il 22 dicembre scorso.
Alla luce di questi presupposti, Gorgoni annunciava che da qui a un mese saranno attivate le procedure per chiedere risorse al ministero della Salute e «parallelamente si avvierà una procedura di manifestazione di interesse rivolta ai Comuni di Maglie e Melpignano per l’individuazione di aree idonee», atteso che – specificava ancora il direttore – tale individuazione «non potrà costituire presupposto per alcuna variante agli strumenti di pianificazione urbanistica attualmente in vigore». Ed è in questo passaggio, di fatto, che la Regione tira una linea sul percorso finora tracciato, bocciando la zona a suo tempo individuata dai Comuni e benedetta dall’allora Giunta regionale di Nichi Vendola. Un’area di 12 ettari, a cavallo fra la strada Maglie-Gallipoli e la 275 Maglie-Leuca, vicina alla zona artigianale di Maglie. Un’area, ancora, sulla quale insiste un permesso a costruire richiesto dalla società Terra d'Otranto Service, che avrebbe voluto costruirci una struttura turistico-ricettiva con annessa beauty farm. Dopo il via libera regionale all’area – ribadito, ricordano Stomeo e Toma, in quattro diverse delibere regionali – la società ha chiesto una variante in corso d’opera per far sì che quell’area avesse una destinazione d’uso “a struttura ricettiva socio-sanitaria e poliambulatori”. Cioè, perché potesse ospitare il futuro ospedale.

Ora la Regione cambia rotta. Perché? Se lo chiedono i sindaci. «La scelta del sito – dicono, all’unisono - è perfettamente in linea con il criterio di economicità e di miglior fruibilità del servizio visto che l’area in questione è già integralmente infrastrutturata sia con arterie stradali di importanza primaria e relativi svincoli, sia con il tracciato ferroviario destinato alla futura metropolitana di superficie e ancora con tutte quante le reti dei servizi primari». La soluzione individuata a suo tempo, quindi, consentirebbe di risparmiare risorse, «a differenza di altre soluzioni allocative che si stanno rivelando particolarmente onerose per la necessità di realizzare le infrastrutture stradali di raccordo e collegamento con la viabilità». Di più. «Il Comune di Melpignano ha indetto da tempo, di concerto con il Comune di Maglie, un’apposita Conferenza di Servizi preliminare per concordare con la Regione Puglia la procedura per il perfezionamento della necessaria variante urbanistica».
I conti, insomma, non tornano. E non torna neanche che la Regione scriva che non è mai stato fatto alcuno studio di fattibilità, visto che a dire che quello studio esiste, e dal 2012, non sono soltanto i sindaci, ma gli stessi uffici dell’Azienda sanitaria che lo studio lo ha redatto. La partita, insomma, è appena cominciata.
 
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