Ritrovato il menhir di Ruffano: la segnalazione da un runner e il ritorno al proprio posto

Ritrovato il menhir di Ruffano: la segnalazione da un runner e il ritorno al proprio posto
di Giuseppe MARTELLA
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Domenica 17 Aprile 2022, 15:38 - Ultimo aggiornamento: 18 Aprile, 11:15

Ritrovato il menhir trafugato la scorsa settimana in località “Manfio”. Regalo di Pasqua quanto mai atteso e gradito, con il monolite che è tornato nel suo luogo originario, all’interno di una zona di assoluto pregio archeologico in feudo di Ruffano, al confine con il territorio di Casarano. Si è concluso nel migliore de modi il caso che ha protagonista il “Mozzato”, così come viene chiamato il reperto antico che mani ignote avevano portato via. Le stesse che, con ogni probabilità, lo hanno abbandonato nelle scorse ore in aperta campagna ai bordi di una strada in località “Sant’Anna”, località “Gialli” alla periferia Casarano.

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Il runner ha segnalato

È stato un ragazzo che nel tardo pomeriggio di ieri lo ha notato mentre era impegnato a fare jogging: lui è stesso si è premurato di avvisare uno degli appassionati di trekking e di storia del territorio che aveva lanciato sui social il grido di denuncia su quanto era accaduto. Quest’ultimo ha quindi contattato il sindaco di Casarano, Ottavio De Nuzzo, e i carabinieri della locale Compagnia. Giunti sul posto, i militari dell’Arma hanno appurato come in effetti si trattasse del “Mozzato”, lo hanno recuperato e, una volta imbragato e sistemato su un mezzo adatto al trasporto, lo hanno ricondotto in zona “Manfio”. Probabile che l’autore del furto si sentisse braccato dalle indagini e abbia così deciso di “disfarsi” del menhir.

Gli inquirenti avevano del resto attivato le loro operazioni già nelle ore successive alla ruberia e utili al loro lavoro erano risultate alcune registrazioni degli impianti di videosorveglianza attive nell’area, abitata da diverse famiglie anche nel corso dell’inverno, e dalle testimonianze di alcuni residenti che avevano parlato della presenza di un pick up di colore arancione mai notato in precedenza. Al di là delle valutazioni che hanno spinto i malviventi a lasciare il monolite, importante che il menhir abbia ritrovato la propria “casa”.

La storia

Rinvenuto nel 1985 da Giacomo Matarrese e Pino De Nuzzo nel 1985 durante un'esplorazione dei territori di Casarano e Ruffano alla ricerca di grotte ipogee, il blocco preistorico è stato di nuovo infisso nella fascia scabrosa di un terreno ricco di affioramenti rocciosi e altri interessanti materiali litici. Il «Mozzato» ed è tra i ritrovamenti più noti dell’area. In località Manfio, infatti, si trova anche un altro monolite, un menanthol, una pietra forata, con la sommità bicuspide, centrata da una cavità, due croci incise su due facce adiacenti e un foro del diametro di circa 18 centimetri, a 66 centimetri da terra. Di pregio è pure la cripta del Crocifisso, elevato a luogo di culto dai bizantini a partire dall’XI secolo, le cui pareti sono affrescate con opere straordinarie, tra le quali spicca l’affresco alle spalle dell’altare che raffigura il Cristo in croce con l’Addolorata e Giovanni. «Siamo quanto mai felici – le parole del primo cittadino di Ruffano, Antonio Cavallo – che il menhir sia tornato a “Manfio”, un’area archeologica e di pregio artistico che presto sarà oggetto di un importante intervento di riqualificazione mediante un progetto approntato e oggetto di finanziamento. Il territorio ritrova uno dei suoi monumenti identitari».

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