Rapine negli uffici dell'Aci: arrestati in quattro. La basista era una donna delle pulizie

Rapine negli uffici dell'Aci: arrestati in quattro. La basista era una donna delle pulizie
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Sabato 14 Aprile 2018, 11:48 - Ultimo aggiornamento: 12:18

Sono stati individuati ed arrestati gli autori di due rapine a mano armata perpetrate in danno degli uffici dell’ Aci di Lecce, il 1° ed il 14 marzo scorsi.
Gli agenti della sezione antirapina della Squadra Mobile, a seguito delle indagini, hanno eseguito alle prime ore dell’alba di questa mattina, quattro ordinanze di custodia cautelare di cui tre in carcere ed una ai domiciliari.
Sono stati arrestati Pierluigi Manisco, nato a Lecce il 12/9/1969; Roberto Corpus, nato a Lecce il 27/09/1965; Giuseppe Grasso, nato a Lecce il 3/9/1969; Lucia D'Anna, nata a Palermo il 14/2/1971 (ai domiciliari). Tutti e quattro sono ritenuti responsabili della tentata rapina a mano armata commessa in danno della sede Aci di Via Orsini del Balzo angolo via Candido, il 1 marzo scorso e della successiva rapina a mano armata perpetrata in danno della stessa sede Aci il 14 marzo scorso. L’accusa per gli arrestati è di rapina aggravata e porto abusivo di arma in concorso tra loro.
 



Le indagini e la visione dei filmati delle numerose telecamere di videosorveglianza presenti nella zona interessata dalle rapine, hanno permesso di scoprire che Lucia D'Anna, impiegata per conto di una ditta di pulizie impiegata all’interno degli uffici dell’Aci, aveva fornito al marito, Pierluigi Manisco, e ai suoi complici particolari importanti circa le modalità di accesso agli uffici ed alla dislocazione del denaro contante.
Nel corso del primo assalto, le circostanze di tempo, non avevano consentito ai rapinatori di appropriarsi del denaro, cosa che invece avveniva nel corso del secondo assalto, quando, avendo acquisito informazioni più dettagliate, i rapinatori, questa volta entrati all’interno degli uffici in due, facevano razzia di denaro contante ed assegni per un valore di oltre 6.000 euro, per poi darsi alla fuga, non prima di aver esploso  un colpo d’arma da fuoco a scopo intimidatorio.
I malviventi erano scappati a bordo di un’auto Fiat Panda che dalle attività di riscontro è risultata essere in uso proprio a Manisco, auto poi sequestrata durante gli arresti.

Particolari importanti sono emersi anche dall’ascolto degli impiegati presenti al momento dei due assalti quando gli stessi avevano dichiarato che i rapinatori, in chiaro accento locale, nel corso dell’assalto del 14 marzo avevano fatto riferimento alla rapina fallita del 1° marzo a causa della mancanza della chiave della cassaforte e che, invece, il 14 marzo erano riusciti a recuperare.
 
 

 
Proseguono le indagini per accertare l’eventuale coinvolgimento dei fermati in altri colpi simili.
 
Nel corso delle operazioni di arresto di Manisco e durante la perquisizione della sua casa sono stati anche trovati e sequestrati circa 50 grammi di eroina, già suddivisi in dosi, nascosti in un armadietto sia nella camera da letto che nella cucina.

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