Pensioni e indennità invalidi “costano” 29 milioni al mese

Pensioni e indennità invalidi “costano” 29 milioni al mese
di Maddalena MONGIO'
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Domenica 15 Aprile 2018, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 19:01
 Il passaggio a miglior vita e la stretta dell’Inps fanno diminuire il numero di pensioni e indennità erogate da Inps in favore degli invalidi civili, ma in compenso registrano il segno più gli assegni di assistenza, le indennità a favore di minori diversamente abili e quelle di accompagnamento per gli invalidi parziali. Rispetto al 2017 sono state sforbiciate 981 prestazioni assistenziali. Tutta la partita, comunque, pesa circa 29 milioni di euro al mese, per la provincia di Lecce, sulle casse dell’ente di previdenza sociale. La mappa del variegato mondo delle invalidità civili si profila dal report dell’Osservatorio economico di Davide Stasi relativo ai dati Inps. La spesa mensile ammonta, per l’esattezza, a 28 milioni 960mila 440 euro spalmate su due tipi di prestazioni: l’indennità che viene corrisposta in base al tipo di invalidità civile, indipendentemente dalla situazione reddituale del beneficiario e la pensione che, invece, è calibrata proprio in base a quest’ultimo dato. Le indennità sono pari a 44.029 trattamenti assistenziali, 23.481 le pensioni per un totale di 67.510 prestazioni. «Va ricordato – spiega Davide Stasi – che l’importo complessivo annuo delle pensioni è ottenuto moltiplicando il valore dell’importo mensile per 13 mensilità (12 nel caso delle indennità di accompagnamento). Agli invalidi civili sono assegnate pensioni (a favore di cittadini con redditi insufficienti e con una riduzione a partire dal 74% della capacità di lavoro) e indennità di accompagnamento, concesse in presenza di accertata inabilità al 100% e impossibilità di deambulare o compiere gli atti quotidiani della vita. Al contrario delle pensioni di invalidità civile, cecità e sordomutismo e degli assegni mensili di assistenza agli invalidi civili parziali, l’indennità di accompagnamento non è soggetta a limiti reddituali, ma viene erogata per la minorazione».
Nel dettaglio. I ciechi sono 2.575 di cui: 625 ciechi assoluti che percepiscono, mediamente, una pensione mensile 314,45 euro; 862 ciechi parziali con un assegno medio mensile pari a 286,31 euro; 1.088 ciechi parziali con un grado di diottria in entrambi gli occhi che hanno un trattamento medio di 209,47 euro. Sempre per la cecità l’Inps eroga 919 indennità di accompagnamento di importo medio pari a 914,46 euro al mese.
I pensionati sordomuti sono 228 e percepiscono 288,73 euro al mese; 620 beneficiano dell’indennità di comunicazione (media 256,20 euro). La partita più grossa è quella dell’inabilità al lavoro: le pensioni sono 10.836 per 289,88 euro mensili in media; le indennità di accompagnamento agli invalidi totali sono 39.174. Ai 10.930 invalidi parziali si riconoscono 289,91 euro, a cui si aggiungono 159 indennità di accompagnamento (media mensili 516,32 euro). Chiudono il conto le 2.069 indennità per i minori diversamente abili (media mensile 292,84 euro).
«Riguardo agli assegni di invalidità – puntualizza Stasi – è bene ricordare che rappresentano una misura assistenziale a favore di coloro ai quali è stata riconosciuta un’invalidità tra il 74 e il 99%, con una capacità lavorativa ridotta a meno di un terzo a causa dell’infermità fisica o mentale. L’assegno è subordinato a particolari limiti di reddito e consente di poter ottenere, dunque, un sostegno economico. L’entità e la misura del beneficio economico è proporzionato alla gravità dell’invalidità. Ne hanno diritto i lavoratori dipendenti; gli autonomi (artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni e mezzadri); gli iscritti ad alcuni fondi pensioni sostitutivi ed integrativi dell’assicurazione generale obbligatoria».
E poi Stasi ricorda i requisiti necessari ad ottenere una pensione di invalidità per gli inabili al lavoro: «Tra i requisiti la riduzione della capacità lavorativa a meno di un terzo a causa di infermità o difetto fisico o mentale; almeno 260 contributi settimanali (cinque anni di contribuzione e assicurazione) di cui 156 (tre anni di contribuzione e assicurazione) nel quinquennio precedente la data di presentazione della domanda; non svolgere alcuna attività lavorativa: in questo caso non bisogna più iscriversi alle liste di collocamento, ma bisogna presentare ogni anno all’Inps una dichiarazione sostitutiva che attesti di prestare o non prestare attività lavorativa. Riguardo al rinnovo, il beneficiario può chiedere il rinnovo prima della data di scadenza. Dopo tre riconoscimenti consecutivi, l’assegno di invalidità è confermato automaticamente, salvo le facoltà di revisione».
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