Parco della Giustizia, sei anni di ipotesi: «Ma il Principe Umberto è inadatto»

Parco della Giustizia, sei anni di ipotesi: «Ma il Principe Umberto è inadatto»
di Roberta GRASSI
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Lunedì 29 Gennaio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 30 Gennaio, 11:30

L’incertezza va avanti da sei anni ormai. Era il 2018 quando sono stati avviati i primi incontri per stabilire cosa fare per dare una sistemazione al palazzo di giustizia, diviso in due blocchi a Lecce (Corte d’Appello inclusa): in via Brenta il tribunale civile, in viale De Pietro il penale e la Procura. L’ultima soluzione proposta non soddisfa nessuna fra le parti coinvolte, magistrati e avvocati salentini. Si parla del trasferimento degli uffici del Tribunale civile e del giudice di pace in uno stabile che si trova in viale Gallipoli, l’edificio Principe Umberto, vicino alla questura. Tant’è che è il procuratore generale, Antonio Maruccia, che ha seguito la questione sin dal principio, ha manifestato “delusione” nel suo discorso per l’inaugurazione dell’anno giudiziario, sabato scorso.

Le perplessità

E perplessità erano state espresse anche nell’ultimo incontro avvenuto a metà novembre, quando l’ipotesi era stata messa sul tavolo. Tant’è che il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, ha garantito che non sarà accantonata l’idea di realizzare un polo della giustizia su un terreno di 70mila metri quadri che si trova nei pressi dello Stadio. 
La cronologia degli avvenimenti che riguardano il tribolato iter, ancora aperto, per la realizzazione di un parco della giustizia a Lecce, ha inizio nel gennaio 2018.

Se ne inizia a parlare formalmente e nel febbraio del 2018 viene siglato un protocollo di intesa che coinvolge anche l’Agenzia per l’amministrazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata: si pensa appunto di utilizzare terreni sottratti alla Scu, in via Adriatica. Sulla base di questo, il ministero della Giustizia assume l’impegno di finanziare il primo lotto. Tre anni dopo, nel gennaio del 2021, arrivano 70 milioni di euro con la firma di una Convenzione. Nel marzo successivo, vengono stanziati 265mila euro per la progettazione da parte del ministero della Giustizia. 

Il cronoprogramma

Nel maggio 2022, in una riunione a cui partecipa anche il presidente della Regione, Michele Emiliano, emergono le prime criticità, e le prime ipotesi alternative al progetto originario. Nel luglio successivo, si vira verso la proposta del sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, che mette a disposizione un’area di proprietà comunale vicina allo stadio. Fatte dovute analisi e ricerche, nel giugno 2023, si torna a concordare sull’ipotesi “stadio”. Nel novembre successivo, nuovo cambio in corsa. Viene proposto l’edificio Principe Umberto, ma solo per il civile. I capi distrettuali dissentono e chiedono ulteriori approfondimenti. «Ad aprile 2023 la Struttura per la Progettazione dell’Agenzia del Demanio ha predisposto un ulteriore approfondimento, elaborando un documento comparativo tra quattro alternative progettuali, delle quali la Direzione Generale delle risorse materiali e delle tecnologie con nota 25.9.2023 ha ritenuto più confacente quella del mantenimento parziale della attuale situazione logistica giudiziaria presso taluni degli immobili già in uso, previo adeguamento sismico ed efficientamento energetico degli stessi: Tribunale di Lecce (Palazzo viale e di Lecce); polizia giudiziaria (Palazzo Via Calabria - proprietà Comune di Lecce) e individuazione di una ulteriore sede per assolvere alla domanda di superficie non soddisfatta con i soli due immobili sopra indicati», ha spiegato sabato, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario Rosa Sinisi, vice capo del Dipartimento dell'organizzazione giudiziaria intervenuta in rappresentanza del Guardasigilli. Da qui l’ipotesi di acquistare l’edificio “Principe Umberto”, che ha però destato una serie di perplessità che rimettono in pista la possibilità di ritornare in zona stadio, come ha precisato. 
«Sorprendente - ha rilevato il procuratore generale Antonio Maruccia, nella cerimonia di sabato - è stata l’ultima proposta ministeriale di collocare tutti gli uffici civili nello storico edificio del Principe Umberto, di fronte alla questura di Lecce, in uno snodo tra i più trafficati della città. Una soluzione impraticabile per ubicazione, manifestamente insufficiente per gli spazi, anche tenendo conto del parziale ampliamento, per altro altamente improbabile, perché riferito a un immobile storico vincolato». 
Anche il presidente del consiglio dell’Ordine degli avvocati, Antonio De Mauro, è della medesima opinione. Quella del Principe Umebrto è una ipotesi, «del tutto inadatta. Per collocazione (area trafficata e con pochi parcheggi), per l’ inidoneità dell’immobile composto da ambienti piccoli e non facilmente ampliabili, per insufficienza della superficie». 

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