Ozpetek rinuncia: addio al bar che avrebbe fatto rivivere Il Benzinaio di “Allacciate le cinture”

Ozpetek rinuncia: addio al bar che avrebbe fatto rivivere Il Benzinaio di “Allacciate le cinture”
di Antonio GRECO
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Venerdì 29 Giugno 2018, 17:55 - Ultimo aggiornamento: 18:03

Come non detto. Il chiosco del set cinematografico di “Allacciate le cinture”, trasformato in un bar nel film di Ozpetek, resterà tale solo sulla pellicola. Il sogno non diventarà realtà.
La cordata di imprenditori e imprenditrici (il designer-orafo Gianni De Benedictis, Simona Guerra proprietaria del lido Punta della Suina e Angela Indraccolo, socia dell’Enogastronomia Povero) capeggiata dal regista Ferzan Ozpetek ha rinunciato ad attuare il progetto di recupero e riqualificazione e gestione dell’ex stazione di servizio Agip. Il sogno era quello di trasformare il chiosco del film davanti all’Obelisco in un suggestivo lounge bar con annessi bookshop, libreria e altre attività di tipo culturale. “Il Benzinaio”: così si sarebbe dovuto chiamare.
La rinuncia è stata ufficializzata nelle ultime ore in un incontro con il sindaco Carlo Salvemini. Scadevano i termini per la “firma” finale che avrebbe dato il via alla riqualificazione.
Le motivazioni della rinuncia? Criticità contingenti che hanno pregiudicato la compagine societaria rendendo impossibile la prosecuzione dell’attività sociale. Nella decisione avrebbe avuto un peso anche il fatto che lo stesso Ozpetek non avrebbe potuto seguire l’inizio delle attività: negli ultimi tempi, anche per problemi familiari, gli era diventato sempre più difficile soggiornare a lungo a Lecce.

 


La palla torna ora nelle mani del Comune di Lecce che nel novembre 2015 approvò una delibera di giunta per la sistemazione dello spazio urbano e recupero del fabbricato ex stazione di servizio Agip di Porta Napoli che si estende su un’area coperta di 112 metri quadrati. Il progetto di recupero della struttura, come si ricorderà, venne realizzato in collaborazione con la Sovrintendenza che pose il primo vincolo in Italia riguardante una struttura di questa tipologia di proprietà pubblica dichiarando l’ex distributore di carburante un edificio di interesse storico e artistico.
Nel bando emanato dal Comune si chiedeva di garantire la configurazione originale dell’immobile così come era stato ideato e realizzato negli anni Cinquanta dall’architetto milanese Mario Baciocchi, a cominciare dalle finiture per far riemergere e dare nuova luce al mosaico di pasta vetrosa della facciata esterna, dal ripristino dell’antica illuminazione e dalla rimozione della veranda posticcia e dei successivi strati di verniciatura. La stazione di servizio ex Agip di Lecce ricorda da vicino, seppur in scala ridotta, un’altra struttura di questo tipo realizzata negli anni Cinquanta, lo storico distributore Eni di piazzale Accursio a Milano che lo scorso anno è stato trasformato in un’area bar che coniuga cibo e motori grazie alla creatività di Lapo Elkann e dello chef Carlo Cracco.
L’obiettivo, almeno sulla carta, resta. Secondo le intenzioni del Comune l’immobile di Porta Napoli dovrebbe avere la funzione di spazio urbano per attività culturali e di aggregazione sociale, con un’area destinata alla somministrazione di alimenti e bevande, valorizzando il contesto di questa parte della città.
Sono previste mostre d’arte, dall’architettura al design, dalla fotografia alla letteratura, dalla pittura alla musica. La struttura potrebbe ospitare il primo nucleo di un Centro di documentazione sull’architettura del Novecento a Lecce. Certo, ora dai buoni propositi si dovrà passare ai fatti ridando nuova vita a questa splendida testimonianza architettonica. Ma, senza Ozpetek, sarà tutto un altro film

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