L'ossessione dell'ex marito scaricata sulla figlia. Mamma stalker allontanata

L'ossessione dell'ex marito scaricata sulla figlia. Mamma stalker allontanata
di Erasmo MARINAZZO
2 Minuti di Lettura
Giovedì 31 Ottobre 2019, 08:40 - Ultimo aggiornamento: 08:42
L'ossessione dell'ex marito scaricata sulla figlia. E per questo il giudice ha disposto che non può più svolgere il ruolo di madre. Questa donna, una ricercatrice universitaria, è accusata di avere martellato di domande e di telefonate la figlia di 12 anni per avere notizie sull'ex coniuge, di averla costretta a denigrarlo e a mentire sulla nuova relazione che intanto questa donna aveva avviato. E ancora: risponde anche di averla fatta fare da spettatrice alla valanga di insulti su di lui e sui suoi genitori, nonché sulla nuova compagna.
Condotte che hanno comportato la sospensione dall'esercizio della responsabilità genitoriale. Non può più incontrare la figlia e né sentirla per telefono o attraverso messaggi. L'è stato tolto, temporaneamente, il diritto di essere madre.
Un comportamento ossessivo, lo ha definito il giudice per le indagini preliminari, Cinzia Vergine, nella misura eseguita l'altro ieri e chiesta dal pubblico ministero della Procura di Lecce, Maria Rosaria Micucci. Tutte accuse respinte nell'interrogatorio di ieri, assistita dagli avvocati Luigi Rella e Massimo Bellini: comportamenti fraintesi, secondo l'indagata.
Comportamenti che hanno indotto la ragazza, assistita dall'avvocato Riccardo Giannuzzi, a presentarsi dai giudici del Tribunale per i minorenni per raccontare le persecuzioni che avrebbe subito dalla mamma. Stressata psicologicamente, terrorizzata per dover subire quella condotta ossessiva e patologica, l'idea che si sono fatti sulla ragazza la psicologa Sara Scrimieri ed i giudici dei minori.
E dire che l'indagata è una persona a cui non mancano gli strumenti per comprendere sin dove arriva il limite che travalica il diritto della figlia di non subire sulla sua pelle, e sulla sua psicologia, le conseguenze della separazione dei genitori: è una ricercatrice universitaria. Commercialista il marito.
La donna è sotto processo con l'accusa di atti persecutori, stalking, nei confronti dell'ex coniuge, dei suoi genitori e della nuova compagna. E c'è pure in vigore una ordinanza che le impone di tenersi ad almeno 200 metri di distanza da quelle persone, come pure di non avere contatti con la figlia quando si trova con il padre. Ancora altri atti giudiziari violati, secondo l'accusa: ciò che stabilito la sentenza del Tribunale civile sull'affido condiviso.
Maltrattamenti in famiglia, aggravati dalla minore età della vittima, l'accusa contestata nella misura. Perché avrebbe preteso di conoscere in modo ossessivo tutto quello che aveva fatto, quando rientrava a casa da lei dopo essere stata con il padre: dove fossero stati, chi c'era con loro, ad esempio. Lasciandosi ad offese verso la nuova compagna dell'ex marito. Fino ad augurarsi la sua morte.
La tesi accusatori avallata dall'ordinanza del giudice Vergine parla anche di minacce di punizioni e di schiaffi, quando la ragazza avrebbe mostrato di proprendere verso la figura paterna.
Sulla congruità della misura rispetto ai fatti i legali dell'indagata potrebbero ora interpellare il Tribunale del Riesame per chiedere la revoca.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA