Interdittive antimafia per altre due società della provincia leccese. Fersalento annuncia ricorso: «Nessun rapporto con società mafiose»

I provvedimenti della prefettura di Lecce. L'azienda annuncia battaglia

Interdittive antimafia per altre due società della provincia leccese. Fersalento annuncia ricorso: «Nessun rapporto con società mafiose»
di Roberta GRASSI
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Domenica 11 Aprile 2021, 09:25 - Ultimo aggiornamento: 14 Aprile, 10:17

Un intreccio di verifiche, indagini penali e richieste di certificazioni da parte di vari enti pubblici. Poi, le interdittive antimafia a casacata. La Fersalento srl, società con sede a Lecce e specializzata in lavori ferroviari e affidataria di appalti nel settore, è finita al centro degli approfondimenti amministrativi dopo il Consorzio Armatori e per via di un rapporto con un'altra azienda veneta. Dopo la Fersalento, sempre in relazione al ruolo della famiglia Ventura (le sorelle Marcella, Alessandra e Maria erano già socie della compagine destinataria del provvedimento, una di loro amministratore unico), sono state disposte altre due interdittive nei confronti di altrettante aziende del gruppo, a firma del prefetto di Lecce, Maria Rosa Trio. Si tratta della Cogiven srl, specializzata nel settore edilizio, e della Terra dei Padri srl operante nel settore agricolo.
La difesa della Fersalento, sostenuta dall'avvocato Enrico Chirivì, annuncia di voler impugnare la misura e parallelamente di voler chiedere l'accesso all'amministrazione controllata. Questa procedura consentirebbe alle società interdette di continuare con le attività, pur sotto la vigilanza dei giudici penali, con la nomina di un commissario giudiziale.

I fatti


A far scattare l'intervento della Prefettura di Lecce, nel caso di Fersalento, è stato il cambio delle cariche dirigenziali: un'operazione di cosiddetto self-cleaning interpretata dagli investigatori come un escamotage per evitare conseguenze. I riflettori sono stati puntati sulla figura di Marcella Ventura, già consigliere di amministrazione del Consorzio armatori ferroviari e amministratore unico della consorziata Fersalento segnalata dalla Finanza di Verona, si legge nel provvedimento, «per i reati di impiego di denaro e beni o utilità di provenienza illecita, subappalto non autorizzata e dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti».
Sono stati scandagliati anche alcuni procedimenti penali che hanno coinvolto due delle sorelle.

C'è, poi, quanto accaduto il 13 febbraio scorso dopo il controllo ispettivo di un gruppo interforze. «La Fersalento - è riportato nel provvedimento - ha riunito un'assemblea dei soci procedendo all'approvazione all'unanimità delle dimissioni dell'amministratore unico Marcella Ventura e alla sostituzione con un consiglio di nuova istituzione».

La difesa


Di tutt'altra opinione la difesa. «Il team dei professionisti di Fersalento scrive l'avvocato Chirivì in una nota - è già al lavoro per utilizzare nella maniera più proficua possibile tutti gli strumenti previsti dalla legge per la sua riforma. Non c'è stato nessun valzer delle nomine all'indomani della notizia del procedimento e la società aveva da tempo deciso di affidare la sua guida ad un consiglio di amministrazione di validissimi tecnici, tutti professionisti estranei alla stessa, per affrontare le sfide del futuro e per questo si è insediato a metà del mese di febbraio». L'avvocato Chirivì aggiunge anche altro: «Nessun rapporto temerario con società mafiose poiché il rapporto contrattuale con Nicofer srl (interdetta solo nel 2019) risale al 2014, è concluso, rientrava tra quelli necessari per affrontare adeguatamente l'enorme mole di lavori aggiudicati ed è di un importo assolutamente risibile rispetto al fatturato annuo della società, una cifra molto al di sotto dell'1 percento».

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