Gallipoli, addio al pescatore dello squalo bianco da 7 tonnellate: ritratto di Mpeu, una vita intera trascorsa in mezzo al mare

Gallipoli, addio al pescatore dello squalo bianco da 7 tonnellate: ritratto di Mpeu, una vita intera trascorsa in mezzo al mare
di Rita DE BERNART
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Sabato 14 Agosto 2021, 15:33 - Ultimo aggiornamento: 21:46

Mpeu è salpato per un nuovo viaggio, l'ultimo. Aveva 89 anni Pompeo Alessandrelli, gallipolino, ricordato da tutti come il pescatore dello squalo bianco. Lui, uomo di scoglio, nato l'8 maggio del 1932, da sempre vissuto nel centro storico della sua Gallipoli, nel lontano 1978 è stato protagonista di una pesca storica e, ad oggi, ancora unica.

La storia


Era la mattina di sabato del 26 luglio di quell'anno miracoloso, quando Pompeo, con il suo equipaggio ha ripreso la sua barca per tornare in mare, dopo due giorni di pausa per i festeggiamenti di Santa Cristina, compatrona della città e protettrice dei pescatori. La Santa doveva essere onorata e per questo avevano posizionato le reti a tramaglio a ponente, oltre l'isola di Sant'Andrea. Quando raggiunsero il luogo in cui avevano lasciato le reti, nell'atto di sollevarle, si resero conto immediatamente del peso eccessivo. In un primo momento, intravedendo solo la coda del grosso pesce, pensarono ad una verdesca, poi la meraviglia, come la definiva Pompeo: il corpo dell'animale luccicava sul mare. In un istante capì di trovarsi di fronte ad un evento eccezionale. I suoi ragazzi erano spaventati, il pesce era lungo quasi sei metri e pesava 7 tonnellate, la barca 11, la scelta spettava a lui, capobarca e proprietario, e non ebbe esitazioni. Lo squalo bianco era vivo e tirava, incastrato tra i tramagli. Si poteva solo trascinare fino al porto. Impiegarono il doppio del tempo a rientrare. Sulla banchina si era radunata la città.

Più di un migliaio di persone. «Non ero un pescatore di squali - diceva sempre nei suoi racconti- mi è capitato e l'ho preso come un dono di Dio». Un dono che ha portato notorietà a lui e a tutta la città per molti anni. E lo ha consegnato alla storia.

Il ritratto


Un dono inaspettato dopo una vita di sacrifici; fin da bambino ad appena 10 anni in mezzo al mare, fino alla soddisfazione di acquistare una barca sua, e di mandare avanti la famiglia costruita con la moglie Teresa e i suoi sette figli, anche in periodi di grande miseria. «Per papà racconta la figlia Tonia - il lavoro era una passione. Quando gli chiedevamo cosa avrebbe fatto nella vita se non avesse fatto il pescatore ci rispondeva che non lo sapeva, che aveva mai avuto il tempo di pensarci. Per lui ogni pesce, ogni pescata, era uno spettacolo della natura concesso agli uomini». Lui conosceva il mare meglio di se stesso. «Gli uomini come mio padre continua Tonia - devono essere ricordati non tanto per le singole gesta, quanto perché non si dimentichino le origini della nostra città, fatta da una comunità di pescatori che l'ha fatta crescere. Per non perdere l'anima e l'essenza del nostro passato».

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