Il caso: Dalle Benedettine per comprare dolci? Niente multa. Melica: «Ora chiarezza»

Il convento delle Benedettine
Il convento delle Benedettine
di Paola ANCORA
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Lunedì 4 Aprile 2016, 18:51 - Ultimo aggiornamento: 19:53
Una sorta di "salvacondotto" per chi, la domenica mattina e nei giorni festivi, raggiungeva il convento delle Benedettine, nel centro storico di Lecce, la cui arte bianca da decenni delizia i palati di salentini e turisti da ogni parte del mondo. Così, a quanto pare, ai clienti del convento era consentito raggiungere corte Accardo nonostante le telecamere della Ztl attive e il divieto di accesso a tutti coloro che non posseggono un pass.
Più tardi, le suore inviavano il numero di targa delle auto al Comune "salvando" i clienti dalle multe per accesso alla Ztl. Accade lo stesso - per intenderci - con alcune farmacie del centro storico, con la differenza, però, che le farmacie vendono prodotti salvavita, sono chiamate a garantire un servizio indispensabile e, in più, nessun altro commerciante del centro - almeno a quanto risulta a questo giornale - ha mai fino a oggi usufruito di un simile "accordo" con il Comune.
A raccontare il fatto - che è stato confermato ufficialmente anche dal comandante della Municipale Donato Zacheo e sul quale ora si dovrà fare luce - è stato il consigliere dell'Udc Luigi Melica, a margine della commissione Controllo convocata dal Pd Antonio Rotundo sulla chiusura, da parte di Poste italiane, di via De Argenteris.
«In assoluta buona fede - ha riferito Melica - la madre superiora mi ha chiesto come mai, da qualche tempo a questa parte, chi raggiunge il convento per la Messa o per l'acquisto dei dolci la domenica e nei festivi, riceve poi una multa a casa». Il cambiamento c'è stato, lo conferma Zacheo, con l'approvazione del nuovo Regolamento sulla Ztl poche settimane fa. E fino ad allora?
Fino ad allora, niente sanzioni se si era clienti del convento, per quanto riguarda l'acquisto dei dolci, o fedeli intenzionati a seguire la Messa fra le mura della bella struttura. «Non mi risulta - commenta Melica - che ci sia un atto che ha autorizzato tale andazzo. Evidentemente qualcuno deve aver detto alle suore "ci penso io". Chiederò in commissione la verifica di ciò che è accaduto. Perché oltre al possibile danno erariale, potremmo essere davanti anche a un presunto abuso d'ufficio». 
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