La costa adriatica si sbriciola ancora, dopo l'Arco Magno un nuovo crollo. Ora si contano i danni

La costa adriatica si sbriciola ancora, dopo l'Arco Magno un nuovo crollo. Ora si contano i danni
di Maria DE GIOVANNI
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Sabato 2 Dicembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:49

Un lungo, inarrestabile sgretolarsi che piano piano sta consumando la costa adriatica, modificando il litorale adriatico e cancellando per sempre pezzi suggestivi di paesaggio. Dopo i crolli avvenuti a San Foca sul lungomare, a poche centinaia di metri dal centro abitato, dove è venuto giù l’Arco Magno, un pezzo di costone che caratterizzava quel tratto della marina, un ponte di roccia - creatura anch’esso dell’erosione - che con il tempo l’acqua del mare ha circondato, ieri ancora un altro cedimento si è verificato a poca distanza. Ad accorgersi di quanto avvenuto è stato il sindaco di Melendugno Maurizio Cisternino che nella mattinata di ieri ha raggiunto San Foca per un sopralluogo laddove sorgeva l’Arco. Con il primo cittadino i tecnici dell’ufficio ambiente con a capo l’ingegnere Roberto Bruno, e Claudio Giannuzzi, comandante Delegazione spiaggia della Capitaneria di Porto di San Foca, accorsi sul luogo per una prima conta dei danni.

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Dunque la costa adriatica continua a crollare.

Un altro luogo meraviglioso e attrattivo della costa di Melendugno è andato in frantumi, colpa delle mareggiate potenti che hanno sbattuto furiosamente contro la scogliera, anche se al zona era stata già transennata nella parte superiore, dove il terreno era fragile, tanto da provocare dei buchi profondi. La zona messa in sicurezza per l’incolumità pubblica era già segnalata.  Ma le transenne sono sparse un po’ ovunque su tutto il tratto del costone che va da Torre Sant’Andrea a Torre Specchia Ruggeri. «Ovviamente non possiamo fermare il corso della natura - dice il sindaco Cisternino -. Pensiamo che tante bellezze sono nate proprio da crolli avvenuti in passato. Ma non staremo fermi. Certo è che stiamo studiando la situazione per cercare di ripristinare i luoghi e per cercare di arginare il fenomeno dei crolli, presente da decenni in questa parte del Salento. Adesso l’ufficio farà una relazione e poi vedremo il da farsi». Insomma i cedimenti avvengono da decenni e non solo nel tratto della litoranea di Melendugno, ma su tutto il costone adriatico. Ma ora i Comuni hanno deciso di unire gli sforzi per far sentire con più forza la loro voce presso chi può intervenire con dei finanziamenti.

Ora una task force con i Comuni della costa adriatica

«Ci stiamo interfacciando con altri Comuni della litoranea, come Castro e Otranto, per capire se si possono stringere delle strategie comuni per agire tutti insieme - spiega Francesco Stella, assessore al Turismo -. Occorre capire intanto com'è la situazione, avere un quadro dettagliato del presente, e poi verificare come è possibile poter intercettare finanziamenti. Bisogna evidenziare che il problema dell’erosione non è un fatto che riguarda solo le marine di Melendugno ma tutta la costa adriatica salentina. Per quanto ci riguarda ci sono dei progetti per la tutela del costone, soprattutto sul versante Torre dell'Orso, ma è necessario dotarsi di una nuova progettazione, confidando anche nella collaborazione degli enti sovraordinati come la Regione. L’obietti è quello di riuscire ad intercettare anche i fondi comunitari in modo tale da poter avere le risorse per predisporre sia i progetti che poi le opere relative alla tutela». Anni di crolli, dalla torre di Torre dell’Orso alla falesia di tutto il litorale. Qualche anno fa furono realizzate anche opere di disgaggio per la tutela dell’incolumità pubblica, con il costone di San Foca transennato a singhiozzo fino a Torre Specchia. A macchia di leopardo tutta la costa è ormai sotto la lente d’ingrandimento. Resta l’amaro in bocca ai cittadini che vedono sgretolarsi la costa come pane secco al sole. Ma la strada da seguire, almeno nell’immediato, si traccia da sola ed è lo stesso sindaco ad indicarla, facendo presagire altre chiusure, come quella predisposta lo scorso aprile dal prefetto nella zona della Casaccia: «Bisogna capire bene una cosa, una volta per tutte: questa area è a rischio e qui non si può sostare».

Mazzotta (FI): «Emendamento in bilancio regionale per la messa in sicurezza»

E a muoversi annunciando un intervento in Regione è il presidente del Gruppo consiliare di Forza Italia, Paride Mazzotta. «Ci risiamo: il tempo e la scarsa manutenzione stanno letteralmente divorando le falesie - dice -. Da quando mi sono insediato in Consiglio regionale ho chiesto a più riprese di predisporre un grande piano per la tutela della costa nostrana. Mi accingo, quindi, a produrre un emendamento sul tema per mettere in campo risorse adeguate per la messa in sicurezza della costa nel bilancio di previsione che approveremo a breve. Ma bisogna innanzitutto condividere una visione di futuro che si traduce nell’obbligo presente di preservare uno straordinario patrimonio paesaggistico. Senza questa consapevolezza - conclude Mazzotta - sarà difficile convincere l’aula a votare la proposta e mi appello fin da ora alla sensibilità dei colleghi: la nostra costa non è solo un bene da conservare con cura per le future generazioni, ma è anche fonte principale dell’indotto turistico legato al mare che tanto dà al territorio in termini economici ed occupazionali».
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