Corte d'Appello, la delegazione leccese a Roma

Corte d'Appello, la delegazione leccese a Roma
di Alessandro CELLINI
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Giovedì 7 Aprile 2016, 06:53 - Ultimo aggiornamento: 15:29

Oggi la delegazione leccese si troverà faccia a faccia con Michele Vietti, presidente della commissione misteriale incaricata di avanzare una proposta di riforma della geografia giudiziaria che riguardi le Corti d’Appello. E a Vietti, numeri alla mano, cercherà di spiegare perché la soppressione dell’ufficio giudiziario di secondo grado sarebbe una iattura per il territorio salentino.

L’incontro, programmato a Roma, è stato richiesto quando il documento redatto dalla commissione è diventato di dominio pubblico. Al suo interno, i criteri secondo cui una sede dovrà chiudere i battenti. Stando a una prima lettura, in ogni caso, si può giungere alla conclusione che la sede salentina potrà rimanere in funzione. Tuttavia l’ipotesi non è del tutto campata per aria: la volontà del Governo di attivare un sistema di Corti d’Appello su base essenzialmente mono-regionale è tuttora in piedi.
 
Questo significherebbe che, al di là dei parametri indicati dalla commissione, la possibilità che in Puglia rimanga in funzione solo la sede di Bari è ancora in piedi. È proprio per evitare che si verifichi questo scenario che la delegazione leccese vola a Roma. E non è escluso che resti l’unico incontro con gli esperti ministeriali. È possibile che ne seguiranno altri nelle prossime settimane. Oggi, in ogni caso, negli uffici di via Arenula si presenteranno il prefetto Claudio Palomba, il presidente della Corte d’Appello Marcello Dell’Anna, il presidente dell’Ordine degli avvocati Roberta Altavilla e il suo predecessore Raffaele Fatano. L’intenzione, da un lato, è di capire quanto siano vincolanti quei criteri ipotizzati dal gruppo di lavoro presieduto da Vietti; dall’altro, di conseguenza, di valutare quante possibilità ha Lecce di rimanere in funzione.

All’appuntamento la delegazione leccese arriva all’indomani di un incontro avuto in Prefettura, al quale hanno partecipato gli stessi Dell’Anna, Altavilla e Fatano, nonché il procuratore generale Antonio Maruccia, il procuratore della Repubblica Cataldo Motta, il presidente del Tribunale amministrativo regionale Antonio Pasca, il presidente del Tribunale Francesco Giardino e la sua collega a capo del Tribunale per i minorenni Ada Luzza. Qui è stata messa a punto la “strategia” per difendere la Corte d’Appello. Leggendo il documento redatto dalla commissione ministeriale, in realtà, si intuisce come la sede leccese sia in qualche modo salva.

Quattro i pilastri attorno ai quali viene costruita la bozza di legge delega sul riordino della geografia giudiziaria: abitanti nel distretto di Corte d’Appello; estensione del territorio; rapporto tra giudici e abitanti; e carichi di lavoro del distretto. Da questi punti di vista, la sede salentina, soprattutto ipotizzando l’accorpamento della sezione distaccata di Taranto. Ma ci sono altri criteri che spingono in questo senso: la diffusione dei fenomeni di criminalità organizzata e le difficoltà infrastrutturali relative agli spostamenti da un luogo all’altro di questa regione.

Tutto questo porterà all’attenzione di Michele Vietti la delegazione salentina. La fotografia di un territorio che di tutto ha bisogno, fuorché della soppressione di un importantissimo presidio giudiziario.

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