Assistenti sociali, 35 posti in bilico «Proroghe bloccate dall'iter»

Assistenti sociali, 35 posti in bilico «Proroghe bloccate dall'iter»
di Francesca PASTORE
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Lunedì 11 Gennaio 2021, 21:12 - Ultimo aggiornamento: 21:13

Sono in assemblea permanente le 35 lavoratrici dell'Ambito Sociale di Lecce. La decisione del presidio, nella sede degli uffici dell'ambito, dopo la manifestazione (la terza negli ultimi giorni) di ieri mattina in piazza Sant'Oronzo. Accompagnate dai referenti dei sindacati Fp-Cgil (Fiorella Fischetti), Cisl-Fp (Fabio Orsini) e Uil-Fpl (Antonio Tarantino), sono state ascoltate dal sindaco Carlo Salvemini e dall'assessora al Welfare Silvia Miglietta.
Posti a rischio per assistenti sociali, amministrativi, educatori e mediatori, con contratto a tempo determinato, 2 già scaduti, 9 in scadenza al 31 gennaio. Il personale precario appellandosi alla responsabilità politica delle amministrazioni chiede, la tenuta del sistema locale di welfare a garanzia della continuità socio-assistenziale, il riconoscimento dello status di dipendenti, inserimento nel piano del fabbisogno del personale, la salvaguardia dei posti di lavoro e l'avvio delle procedure di stabilizzazione.
Ma alla base dello stallo pare vi sia un conflitto tra indirizzo politico e macchina amministrativa dell'ente. Ente capofila il Comune di Lecce - che in merito alla questione era rimasto in silenzio così come i Comuni di Cavallino e San Donato - attraverso l'assessora Miglietta, ieri ha chiarito «di essere accanto alle lavoratrici e ai sindacati. Abbiamo illustrato quella che è l'unica via d'uscita da una situazione complessa, che impedisce per vizi di legittimità delle procedure, alla struttura tecnica-dirigenziale di procedere alle proroghe dei contratti. L'ambito continua - che comprende il capoluogo e nove comuni, deve assumere la personalità giuridica autonoma per sottoscrivere contratti e obbligazioni che nella situazione attuale sono impossibili da assumere. Siamo al lavoro con la Regione per una soluzione».
Intanto nei giorni scorsi i Comuni di Lizzanello, Arnesano, Lequile, San Cesario, Monteroni, San Pietro in Lama e Surbo avevano inviato una nota al responsabile dell'ufficio di piano, Antonio Michele Guido.
«La delibera adottata dal coordinamento istituzionale è pienamente legittima - si legge nella nota - e detta un indirizzo politico per l'attività gestionale di sua competenza da espletarsi nei limiti in cui siano rispettate le norme di legge e di contrattazione collettiva nazionale».
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