Molestie sessuali a un bimbo, ustioni con la sigaretta se protestava: padre e zio condannati a 8 anni

Il Tribunale di Lecce
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Mercoledì 21 Ottobre 2020, 15:59 - Ultimo aggiornamento: 21:33

Otto anni di reclusione ciascuno è la condanna inferte al padre ed allo zio di un bambino accusati di avergli causato bruciature sul corpo con le sigarette. Ed anche di averlo riempito di pugni schiaffi, escrementi e saliva spalmati sul corpo. L’orrore in un paese del circondario di Galatina. Su un essere indifeso. Subiti dal bambino dall'età di tre a cinque anni. Quel essere che a tre anni si sarebbe aspettato da loro soltanto amore, attenzioni e divertimento.

La sentenza è del giudice per l'udienza preliminare, Cinzia Vergine, che ha accolto le richieste di condanna del pubblico ministero della Procura di Lecce, Maria Rosaria Micucci, che tuttavia per il padre aveva chiesto dieci anni e per lo zio nove anni.

La sentenza, che ha tenuto conto della riduzione di un terzo della pena prevista dalla scelta del rito abbreviato, ha confermato la ricostruzione dell'inchiesta sulla discesa negli inferi delle peggiori degenerazioni dell’essere umano: tutto quel dolore sarebbe stato inflitto al piccolo quelle volte che si sarebbe rifiutato di sottostare ad atti sessuali.

Violenza sessuale aggravata dall’età della vittima e dall’obbligo di tutela del genitore e maltrattamenti in famiglia le accuse scaturite dalla valutazione di quelle punizioni che sarebbero state somministrate al bimbo al suo rifiuto di sottoporsi agli atti sessuali.

Nelle carte del processo compare anche un’altra contestazione: pornografia minorile. Perché nella memoria del telefono cellulare dello zio sono state trovate quattro fotografie del nipotino nudo. 

L’inchiesta prese il via con la denuncia sporta dalla madre, assistita dall’avvocato Roberto Tarantino. La donna si rivolse all’autorità giudiziaria dopo le confessioni del suo piccolo. Come vuole la prassi, è stato necessario a quel punto verificare prima l’attendibilità della vittima e poi sottoporlo all’ascolto protetto. Due incidenti probatori per formare la prova da utilizzare poi nel processo e per evitare che il trascorrere del tempo potesse condizionare i ricordi del bimbo. Se n’è occupato il giudice per le indagini preliminari, Alcide Maritati, con l’incarico affidato alla psicologa Sara Scrimieri (Michela Francia per gli indagati ed Addolorata Panizza per la madre).

E’ seguito poi l’ascolto del bambino, a novembre del 2018. Un passo indietro: in quella fase solo lo zio era iscritto sul registro degli indagati. Nell’aula protetta del Tribunale dei minorenni il bambino cominciò a riferire che anche il padre aveva cercato di approfittare sessualmente di lui, facendogli del male quando cercava di fuggire da quegli orrori.

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