Quarta: «Abbiamo cominciato tardi ma presto ci apprezzeranno»

Quarta: «Abbiamo cominciato tardi ma presto ci apprezzeranno»
di Leda CESARI
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Domenica 23 Settembre 2018, 19:46 - Ultimo aggiornamento: 19:55
È un problema di età, di giovane età: i vini pugliesi, pur di qualità, sono ancora troppo giovani per competere con i Super Tuscan e i colossi piemontesi, insomma con etichette che hanno fatto la storia dell'enologia italiana, e non solo questa: Claudio Quarta, nume tutelare dell'omonima cantina guagnanese (con addentellati anche a Lizzano, in provincia di Taranto: Tenute Emèra), così commenta l'assenza delle etichette pugliesi nella classifica Biwa 2018.
Perché la Puglia non deve insomma sentirsi offesa da questa graduatoria che non la vede protagonista?
«Perché credo che per entrare in queste classifiche si debba essere molto conosciuti, e la Puglia, in fondo, ha appena iniziato il suo percorso sulla strada della qualità. E questo fatto lo vediamo anche guardando gli atlanti internazionali dei vini: paginate sul Piemonte, paginate sulla Toscana e magari solo una pagina per il Sud Italia, quando poi talvolta tutti questi vini prestigiosi hanno sangue pugliese».
Eppure i vini di Puglia ottengono riconoscimenti prestigiosi: il vostro Primitivo di Manduria Dop 2014 Antica Masseria del Sigillo è stato nel 2016 l'unico vino pugliese nella Top 100 di Wine Spectator, una delle più prestigiose riviste enologiche del mondo.
«Ma infatti la Puglia è ormai da tempo famosa come produttrice di ottimi vini. A farci svoltare da una parte è stata la tecnologia, che ci ha consentito di governare le temperature e dunque di produrre oggi vini eleganti ed equilibrati, dall'altra il cambio del paradigma culturale, di mentalità delle giovani leve della viticoltura, le quali hanno capito che servivano investimenti e mercati diversi. Tutto questo però convive ancora con il vecchio modo di fare e vendere il vino di Puglia e allora dico che ci vuole ancora un po' di tempo per essere presenti in queste classifiche. Ma poi questo avverrà: aspettiamo le prossime, vedrete che si accorgeranno di noi quando anche noi saremo più consapevoli delle nostre potenzialità. Quando dimostreremo che la nostra qualità non è un fatto contingente, ma un deciso cambio di rotta».
Serve insomma maggiore autoconsapevolezza. «Dobbiamo continuare a lavorare come abbiamo fatto negli ultimi anni. Come a scuola: se cominci ad impegnarti dopo un passato da studente mediocre ci metterai un poco a farti apprezzare. Ma poi, dopo un po' di tempo, anche gli insegnanti più prevenuti si accorgeranno di te e dei tuoi risultati».

 
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