Controlli inutili fuori dai campi rom: tornano i roghi tossici. Ira dei comitati di quartiere

Controlli inutili fuori dai campi rom: tornano i roghi tossici. Ira dei comitati di quartiere
di Emilio Orlando
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Martedì 19 Gennaio 2021, 01:15

Roghi tossici, incendi di automobili e furgoni, malaffare e spaccio di droga. Dopo un periodo di tranquillità, dovuta ai pattugliamenti 24 ore su 24, i campi rom sono tornati ad essere zone franche. La vigilanza continua della polizia municipale non preoccupa più i nomadi e il piano del Campidoglio si sta rivelando un fallimento.
I dispositivi di controllo giorno e notte intorno agli insediamenti di Via Salviati e via di Salone nel quartiere Collatino, quelli in via Pontina - a Castel Romano - a Villa Gordiani al Prenestino, al campo nomadi della Barbuta al confine con il comune di Ciampino e in quello di Via Candoni al Portuense, sono diventati un mero servizio di portierato degli ingressi. Scontri e faide interne ai nuclei famigliari degli “zingari” che, spesso di fronteggiano con risse, talvolta a mano armata sono ormai la consuetudine nei gironi infernale dei campi rom. Nessuno interviene e tra roulotte e container regna l’anarchia.
Ma ciò che sta mettendo in moto l’onda di protesta dei comitati di quartiere sono è il ritorno dei roghi tossici. Un fenomeno che, nell’ultima fase di comando gestita da Antonio Di Maggio, era pressoché scomparso. Oggi i villaggi rom sono una sorta di terra dei fuochi dove vengono bruciati cavi di rame auto e furgoni rubati. «Siamo di nuovo allo sbando - tuona Marco De Venantis, del comitato Tiburtino - ogni sera dobbiamo convivere con aria irrespirabile e paura. I vigili? Il loro servizio è inutile strutturato in questo modo».
Insomma, i blitz e le operazioni anticrimine che ristabilivano, seppur per breve tempo, il rispetto delle regole nei campi sono ormai un lontano ricordo delle politiche legate alla sicurezza del Comune di Roma.

La presenza delle uniformi non ferma nemmeno la prostituzione e lo spaccio di eroina e cocaina. Nel campo rom di Villa Gordiani, un “supermarket” della droga a cielo aperto, il quotidiano via vai di tossicodipendenti che entrano per comprare la dose non teme i controlli.

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